mercoledì 9 giugno 2010

Italia, 3 motivi per crederci ancora

Ormai ci siamo: è il momento della verità. Ripensandoci sembra quasi impossibile che siano già trascorsi 4 anni dalla magica notte del 9 luglio 2006, quella in cui il cielo sopra Berlino, e sopra tutto il mondo, si colorò dell'azzurro delle maglie di Cannavaro, Grosso, Materazzi, Pirlo, Toni, Del Piero, Buffon e tutti gli altri. Nessuno di noi può aver dimenticato gli istanti in cui capitan Cannavaro sollevò al cielo la Coppa, 24 anni dopo i Mondiali di Spagna, e i festeggiamenti irrefrenabili che seguirono "in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi" d'Italia per celebrare i nuovi Campioni del Mondo. Campioni del Mondo. Nei quasi 1400 giorni che separano quella sera dal 14 giugno 2010, giorno in cui l'Italia esordirà da detentrice del titolo contro il Paraguay, è successo un po' di tutto: la Juventus in Serie B, i contestati trionfi dell'Inter priva di italiani in campionato e in Europa, la parentesi poco felice di Donadoni sulla panchina azzurra, lo sfortunato Europeo 2008, il ritorno di Lippi, la disastrosa Confederations Cup 2009, la qualificazione mondiale e le polemiche senza fine sulle esclusioni eccellenti di Cassano, Balotelli e Miccoli. Insomma, neanche da Campione del Mondo l'Italia del pallone ha trovato pace o riparo dalle polemiche. A maggior ragione, viene da dire, alla vigilia del mondiale sudafricano, dove Lippi, che oltretutto non brilla certo tra i più per simpatia, cercherà di convincere i moltissimi scettici che l'impresa di riconquistare il titolo per la seconda volta di fila, impresa riuscita solo all'Italia di Pozzo (1934 e 1938) e al Brasile alla fine degli anni '50 (1958 e 1962), è alla portata dei nostri.


Le obiezioni che sono state mosse alle parole del nostro ct sono state tante e alcune sembrano supportate da dati di fatto: l reduci da Berlino hanno ovviamente 4 anni in più e giocatori come Cannavaro, Zambrotta, Pirlo e Buffon non sembrano avere lo stesso smalto di allora. Senza contare quei giocatori convocati nonostante una stagione martoriata dagli infortuni, come Gattuso, Camoranesi e Iaquinta, e oltre ad ulteriori scelte più o meno discutibili, come quelle di Bocchetti, Maggio, Palombo, Pepe e Quagliarella. Sulla mancata considerazione di Lippi nei confronti di Cassano, Balotelli e Miccoli si è detto un po' di tutto, anche se c'è da tenere presente che tutti e tre hanno offerto prestazioni nell'arco del campionato non sempre ai massimi livelli, pur nel complesso e a prima vista meritando la chiamata più di altri, in particolar modo Cassano (più di Miccoli e di Balotelli, notoriamente bizzosi di carattere al punto da essere considerati fattori di rischio per l'armonia del gruppo). Altro appunto fatto dagli esperti è la mancanza di giocatori di fantasia, come Totti, Del Piero e appunto lo stesso Miccoli, infortunatosi però sul finire di campionato, nella rosa dei 23 per il Mondiale. Secondo i più pessimisti l'Italia non è altro che un gruppo di giocatori ormai ''bolliti'', destinato a ripetere la pessima figura della nazionale di Bearzot campione uscente nei Mondiali di Messico '86, e molti scommettono su una prematura eliminazione già nel ''fattibile'' Girone E contro Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia. Eppure, a ben vedere, ci sono almeno 3 motivi per credere, se non in nuova impresa, almeno in un Mondiale più che dignitoso da parte degli azzurri: innanzitutto il carisma di Lippi, allenatore vincente e capace di creare uno spogliatoio motivato e compatto, anche a costo di compiere scelte ed esclusioni impopolari; inoltre potrebbe rivelarsi un fattore positivo la mancata considerazione dell'Italia tra le favorite per la vittoria finale, così come avvenuto quattro anni fa in Germania, ricordando che spesso ''chi entra papa esce cardinale'' (come la Francia nel 2002 o il superfavorito Brasile nel 2006); infine, può essere utile ricordare come l'Italia storicamente sia una delle nazionali più ostiche da affrontare in un Mondiale e arrivi quasi sempre alle battute finali della competizione (contando, negli ultimi 20 anni, la semifinale nel 1990, la finale nel 1994, gli ottavi di finale persi solo ai rigori nel 1998, l'eliminazione sempre gli ottavi ma ''grazie'' all'arbitro Moreno nel 2002 e la vittoria del 2006). Insomma, una cosa è certa: l'Italia che si presenterà per difendere il titolo non sarà uno sorta di sparring partner per le avversarie che troverà sulla sua strada. E allora affidiamoci a Lippi e alle sue scelte, incrociando le dita ed evitando di ''aprire il fuoco'' fino ad un'eventuale eliminazione anticipata, per non dover poi magari salire sul classico ''carro dei vincitori'' a posteriori.


Difesa - Magari Gigi Buffon, anche per i problemi fisici patiti negli ultimi anni, non sarà più lo stesso muro invalicabile visto nella rassegna tedesca, ma rimane sicuramente tra i primi 3 migliori portieri al mondo insieme a Casillas e Julio Cesar, tra l'altro non esenti da ''papere'' nella stagione europea appena conclusa. Il ruolo di secondo portiere che fu quattro anni fa di Amelia sarà ricoperto dal cagliaritano Marchetti, con De Sanctis come terzo portiere a portare esperienza nello spogliatoio. Il reparto a destare maggiori preoccupazioni è però senza dubbio la linea difensiva azzurra: Cannavaro è reduce dall' ''annus horribilis'' della Juve, del quale si può dire sia stato uno dei principali responsabili, e sembra davvero tutto tranne che una sicurezza. Sicurezza che sembra invece dote del compagno di squadra Chiellini, al contrario uno dei migliori nella pur sempre disastrosa stagione bianconera. A destra oggi come allora ci sarà Zambrotta, anche lui apparso parecchio appannato all'alba dei 33 anni, mentre sulla sinistra il posto che fu del protagonista in Germania Grosso, tagliato da Lippi dopo l'inserimento nella lista dei 30, sarà di uno tra il genoano Criscito e il napoletano Maggio. Le alternative per il reparto arretrato sono il genoano Bocchetti e la rivelazione del Bari Bonucci, schierabili al centro con l'eventuale spostamento di Chiellini sulla fascia sinistra, come ai tempi di Fiorentina e Livorno.

Centrocampo - L'infortunio di Pirlo, pur anche lui in netta flessione nell'ultimo anno, ha complicato i piani di Lippi, che ricorrerà così almeno sino al rientro del rossonero a uno tra Gattuso, Montolivo e Palmobo sulla linea mediana accanto a De Rossi, con i primi due leggermente favoriti in partenza, soprattutto il giocatore della Fiorentina, mentre Gattuso viene considerato funzionale soprattutto come leader dello spogliatoio. C'è poi da sciogliere il nodo sul modulo che sarà impiegato dal ct, con ogni probabilità uno tra il 4-2-3-1 e il 4-3-3. Nel primo caso probabile l'impiego di Marchisio come trequartista a supporto dell'unica punta e dei due esterni d'attacco, che dovrebbero Iaquinta e il capocannoniere della Serie A Di Natale, trasformati in ali vere e proprie nel passaggio al più classico 4-3-3. In panchina, pronto ad entrare in campo, ci sarà l'udinese Simone Pepe, pupillo di Lippi, mentre restano tutte da verificare le condizioni dell'italo-argentino Mauro Camoranesi, alle prese con problemi al ginocchio ma che potrebbe recuperare già per il secondo match del girone contro la Nuova Zelanda. In preallarme, soprattutto per la questione Pirlo, rimarrà fino all'ultimo il cagliaritano Cossu, aggregato come 24esimo alla spedizione azzurra imbarcatasi per Johannesburg.

Attacco - Detto di Iaquinta e Di Natale e dei loro possibili alter ego Pepe e Camoranesi, per il ruolo di punta centrale è favorito ''Il Gila'', Alberto Gilardino, sul ''Pazzo'', Giampaolo Pazzini, goleador della Sampdoria quest'anno autrice di una storica qualificazione in Champions League. Mancheranno, come detto più volte, attaccanti come Cassano, Balotelli e Miccoli, ma anche Luca Toni, l'ariete degli azzurri a Germania 2006, capocannoniere della spedizione azzurra insieme a Materazzi con la doppietta nei quarti di finale contro l'Ucraina (anche se andrebbe ricordato pure il gol regolare annullato in finale contro la Francia). Comunque sia, il passato è passato, Germania 2006 è in archivio. Ora è il momento di provare a scrivere la storia anche a Sudafrica 2010. E vedendo le imprese dell'Inter nel calcio e della Schiavone nel tennis verrebbe da dire, come recitavano le maglie dei fan della tennista milanese, Nothing is impossible. E non a caso Lippi ha detto di volersi ispirare per questo mondiale proprio dalla Schiavone. Quindi, forza azzurri!

1 commento:

  1. Mi dissocio dai commenti buonisti del mio collega...l'Italia a parer mio potrebbe anche arrivare in fondo al mondiale, solo perchè ha il girone più facile della storia...e poi con la stessa fortuna del 2006 potrebbe accadere di tutto

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