lunedì 7 giugno 2010

Serbia, una storia tutta da scrivere

In principio fu, politicamente e calcisticamente, la Jugoslavia. Una nazionale capace di raggiungere due volte la semifinale di un Mondiale, nel 1930 e 1962, due volte la finale di un Europeo, nel 1960 e nel 1968, e di produrre all'alba degli anni '90 talenti del calibro di Savicevic, Jarni, Suker, Prosinecki e Boban. Poi venne la guerra dei balcani e lo smembramento della grande Repubblica Federale Jugoslava in numerosi paesi e, di conseguenza, in numerose rappresentative calcistiche autonome: la Croazia fu la prima a formare la propria nel 1990, seguita dalla Slovenia nel 1991, dalla Macedonia nel 1993 e dalla Bosnia Erzegovina nel 1995. Finita la guerra quindi, e per forza di cose, la nazionale jugoslava ebbe un periodo di profonda crisi interrotta solo parzialmente dal raggiungimento degli ottavi di finale ai Mondiali di Francia '98. Finchè nel 2003 con il cambio di denominazione, la vecchia Jugoslavia divenne Serbia e Montenegro, e poi, con la dichiarazione di indipendenza da parte del Montenegro, nel 2006 restò la Serbia come nucleo dell'ex Repubblica Federale.

Fine del ripasso di storia. La premessa comunque era importante perchè la Fifa considera la nazionale serba diretta discendente della nazionale jugoslava, con relativo palmares e considerazione internazionale. E la giovane Serbia calcistica, anche dopo la perdita dei talenti montenegrini come Vucinic e Jovetic, sembra aver trovato gli elementi giusti in grado di garantire buoni risultati nelle competizioni internazionali, a partire proprio da questo Mondiale sudafricano. Rispetto alla rassegna tedesca di 4 anni fa, l'ultima in ''coppia'' con il Montenegro, conclusa con 3 sconfitte su 3 partite nel girone incluso un 6-0 subito dall'Olanda, accanto al veterano e leader Deijan Stankovic sono fioriti talenti di spessore globale quali Ivanovic, Vidic, Kolarov, Krasic, Kuzmanovic e Tosic. Alla loro voglia di esplodere definitivamente su un palcoscenico così importante si affiderà il ct serbo Radomir Antic, in passato su panchine prestigiose come quelle di Real Madrid, Atletico Madrid, Barcellona e Celta Vigo, e da 2 anni selezionatore delle ''aquile'' balcaniche. Il suo 4-3-3 promette gol e spettacolo in un Girone D con Germania, Australia e Ghana che si preannuncia combattutissimo.

Difesa - Tra i pali spazio al portiere dello Sporting Lisbona Stojkovic, titolare inamovibile dopo il ritiro nel 2007 dell'ex numero uno serbo Jevric. A fargli da riserve saranno un altro ''portoghese'', Djuricic, del Leiria e il ''polacco'' Isailovic. Ma è dando un'occhiata a chi presidierà la trequarti difensiva balcanica che ci si può davvero cominciare a leccare i baffi: da destra a sinistra il ct Antic proporrà Ivanovic dal Chelsea, Vidic del Manchester United, Subotic del Borussia Dortmund e il laziale, con un futuro in direzione Madrid, Kolarov. Anche se i risultati delle ultime amichevoli pre-mondiali possono trarre in inganno (3 gol subiti dal Camerun e 1 dalla modesta Nuova Zelanda) si tratta senza dubbio di una difesa di livello superiore. Difesa alla quale potrebbe essere chiamato a dare il suo contributo anche l'udinese Lukovic, destinato però ad accomodarsi almeno inizialmente in panchina accanto al 21enne del Saragozza Obradovic e all'esterno del Monaco 1860 Rukavina.

Centrocampo - Capitan Stankovic, reduce dal ''triplete'' vissuto in maglia nerazzurra, anche se condito da qualche problema fisico e da qualche panchina di troppo, sarà chiamato come sempre a dettare la manovra, partendo dalla fascia destra e accentrandosi progressivamente. Al centro, in ballottaggio per una maglia, il più esperto Milijas del Wolverhampton sembra in vantaggio sul più giovane Kuzmanovic, ex Fiorentina ora allo Stoccarda, mentre agirà da interno sinistro il 23enne Kacar, reduce dalla sfortunata stagione dell'Herta Berlino in Bundesliga. Completano il reparto a disposizione di Antic il 21enne prodotto del Partizan Belgrado Petrovic, il centrocampista della Dinamo Kiev Ninkovic e il talentino Tosic, esterno offensivo di proprietà del Manchester United che a 23enne sembra tardare ad esplodere.

Attacco - Nel tridente d'attacco della formazione serba spazio a due classici esterni d'attacco in grado di dare profondità e velocità alla manovra e ad una prima punta possente e abile nel gioco aereo. Tutti gli indizi portano al trio Krasic-Jovanovic-Zigic. Sul primo, autore di 4 gol nell'ultima Champions League con la maglia del Cska Mosca e premiato come miglior giocatore serbo del 2009, sembrano avere messo gli occhi addosso la Juventus, che lo considera il nuovo Nedved, e il Manchester United. Il secondo invece ha appena firmato con il Liverpool dopo essersi messo in luce quest'anno in Champions League ed Europa League con la maglia dello Standard Liegi. Zigic infine, anche lui fresco di firma, con il Birmingham City, è quel che si dice una punta di peso, con i suoi 95 kg distribuiti su 202 cm d'altezza. Non mancano alternative più mobili al centro dell'attacco, come l'esperto Pantelic dell'Ajax e l'ex Psv Eindhoven Lazovic, approdato da pochi mesi alla corte dello Zenit di Spalletti, mentre molto più simili alle caratteristiche di Zigic sono quelle della punta del Vojvodina Mrda, 187 cm d'altezza, un colpo di testa poderoso e, se volete, pure un cognome "indimenticabile".

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