giovedì 10 febbraio 2011

SPECIALE JUVE - INTER, DAY 2. PAZZINI O MATRI? Supersfida tra esultanze assurde e voglia di fare il grande in una grande.




Fino a un paio d’anni fa erano dati per persi entrambi. Il primo, dopo una promettente partenza all’Atalanta si era perso negli schemi tattici di Prandelli a Firenze. Il secondo, dopo aver persino preso parte alla spedizione inglese con la quale il Milan sconfisse la Juventus in finale di Champions, si è smarrito fino a saggiare i duri campi di serie C.
Stiamo parlando di due dei più forti attaccanti italiani in circolazione: Giampaolo Pazzini e Alessandro Matri. Entrambi con una forte gavetta alle spalle, ora in top team come Inter e Juventus, chiamati finalmente a dimostrare il loro vero valore. Per non fare la fine di tanti grandi attaccanti smarriti nelle big, Gilardino su tutti.

IL PAZZO Tutti Pazzi per il Pazzo è lo slogan di questi ultimi tempi. E davvero ce n’è di che impazzire per il bomber interista. Dopo le fatiche di Firenze, rilanciato dall’intesa con Cassano, a Genova, sponda blucerchiata, ne ha fatte vedere di tutti i colori, portando a sognare la tifoseria della Samp.
Poi, quest’anno, senza Fantantonio a lanciarlo, una leggera flessione. poche reti, appena sei, ma nonostante questo l’Inter va in pressing su di lui e lo porta ad Appiano. E al debutto ne piazza due, procurando inoltre un rigore. Nella gara dopo sigla un’altra rete e poi fornisce una prestazione tutto sommato positiva con la Roma. Il bomber da big s’ha ancora da fare, ma si farà. Senza dubbi.

ALE. Per l’attaccante dalla velina facile il discorso è diverso. Potenzialmente, a mio avviso, non è da meno rispetto a Pazzini. Se il primo ha più gol all’attivo, è anche vero che dalla sua, nella carriera, ha avuto assistman come Montolivo, Mutu, Cassano. Matri non ha potuto contare su questi nomi a servirgli palle gol, ciò nonostante la sua media realizzativa è di poco inferiore. Ma negli ultimi due anni, volendo, è anche stato meglio. In questo, poi, non ne parliamo: 23 presenze, 13 gol. Grandi numeri che lo spingono alla corte di Delneri. E dopo un esordio all’opposto di quello del Pazzo, si riscatta nella sua Cagliari. Doppietta da grande attaccante e breccia nei cuori dei tifosi bianconeri. Un problema certo lo avvolge, è quello del soprannome: per ora impazza il ridicolo "Tre Matri sopra il cielo". Cambiarlo in fretta.

IL FUTURO. Non è semplice pronunciarsi sul futuro dei due bomber. A favore di Pazzini giocano la media gol totale e la maggior esperienza in squadre con obiettivi importanti. Non a caso anche la dirigenza bianconera aveva puntato prima sull’ex doria, salvo poi dirottare su Matri.
Certamente un altro fattore grava sul futuro del velina boy, giocando a suo sfavore: il Pazzo potrà continuare a fregiarsi di assistman di tutto rispetto, Ale, purtroppo per lui, no. Almeno non per il momento.
Volendo dare un voto ai due, se presi decontestualizzati, Pazzini è da 7, Matri anche da 7+, ma al momento, tutto porta a scommettere più sulla riuscita del Pazzo. Il futuro di Matri è quello della Juventus: o esplodono o affondano. Insieme.

PAPERA, CIGNO? COS’HO FATTO? I due golden boys del calcio italiano, hanno in comune una curiosità: l’esultanza. Entrambi, dopo aver gonfiato la rete, evitano braccia larghe e corse forsennate. 
Pazzini si mette le dita sotto agli occhi, a mo’ di due, Matri cercava Lazzari con lo sguardo e mimava con un gesto una paperella, o Dio solo sa cosa.
Il significato? Resta un mistero. Per Pazzini si dice che significasse, in origine, “guarda cos’ho fatto”. 

A riguardo di Matri davvero si trova di tutto. Da chi ritiene che, ispirandosi a Van Basten, imiti un cigno e chi dice che sia una gallina fatta così, per scherzare.
Resta dunque il mistero, al quale se ne aggiunge un altro. Matri, assodato che qualsiasi cosa fosse la faceva con Lazzari (che tra l’altro festeggiava in maniera identica), esulterà ancora così?
I tifosi juventini sperano vivamente di fugare questo dubbio già domenica. Per il resto, ci sarà da aspettare, visto che nonostante le promesse i due attaccanti non hanno ancora dato spiegazioni…

mercoledì 9 febbraio 2011

Speciale Juve-Inter. Day 1. Meglio Gigi o Julio?


Meno 4. Non è (purtroppo) la distanza della mia Juve dall’Inter, ma i giorni che mancano al match più atteso del campionato: Juventus – Inter.
Anche quest’anno non c’è in palio uno scudetto – e anche quest’anno la colpa non è dell’Inter – ma la rivalità non scema, anzi. Vi sono tutta una serie di dualità che si contrapporranno nell’arco dei 90’ e si protrarranno anche oltre.
Ne ho individuati 3, che ora più che mai, a mio avviso, sono forti. Dicotomie ben marcate, quasi urlate. E voi, da che parte state?

BUFFON – JULIO CESAR. Il portiere più forte del mondo contro… il portiere più forte del mondo. Lasciamo perdere le recenti dichiarazioni di Felix Magath – secondo il quale è Manuel “Ducky” Neuer, portiere dello Schalke e della Germania il numero 1 più forte del mondo - e lasciamo anche perdere che Gigi abbia appena vinto il premio come miglior portiere del decennio appena trascorso.
I due big sono loro. E tra l’altro sono tornati decisivi – più Julio a dire il vero – in mezzo ai pali dopo una mezza stagione vissuta male (o non vissuta proprio).
Ma a conti fatti chi vale di più?
Il treno scudetto e il treno Champions League passa per le loro mani, e i due lo sanno. Gigi parte nettamente svantaggiato nella corsa, tra i due. Il motivo è lampante: il resto della difesa. Se i nerazzurri possono contare su un pacchetto arretrato arcigno – anche se si è aggiunta la squalifica di Chivu – per i bianconeri non si può dire lo stesso. Buttare l’occhio allo score se non si è convinti.
Ma per la legge dei grandi numeri sarà la serata di Buffon: dal ritorno dall’infortunio non ha ancora fatto “una parata alla Buffon”, come il numero uno della Juve e della Nazionale ha dichiarato. Julione, invece, domenica sera ha salvato l’impossibile contro la Roma, dimostrando che la fascia di migliore del mondo, forse, non gli sta poi così stretta.
Buffon dalla sua ha un istinto poderoso. Ma sta perdendo lucidità nei “colpi facili”. Si riguardino, lorsignori, i recenti gol subiti per chiarificazione.
Julione, invece, sta rigudagnando fiducia in se stesso match dopo match. 
Insomma, sono, a mio avviso, sostanzialmente uguali: fenomenali, per quanto riguarda loro stessi. Ma questi piccoli fattori di cui ho parlato qualche riga sopra, fanno la differenza, anche se di poco. Il più forte, non è più Gigione. Ma ti prego, Gigi, smentiscimi.

lunedì 7 febbraio 2011

BENTORNATO MATRI; SNEIJDER CHE CLASSE! MICCOLI IMMOBILE

L'Inter strapazza la Roma e ricorda a tutto il campionato che la rimonta scudetto è ufficialmente iniziata: gli uomini di Leonardo hanno giocato in modo superlativo, ritrovando i campioni di sempre in attesa di recuperare una gara che li porterebbe ad una manciata di punti dal Milan. Proprio i rossoneri steccano in casa del Genoa, ma Allegri non è apparso troppo preoccupato. Bene il Napoli, che dopo lo stop di Verona ritrova tre punti fondamentali; pareggia la Lazio che rimane comunque agganciata al gruppo di testa mentre volta il Palermo di Delio Rossi trascinata dai soliti Pastore e Miccoli. In coda, il Bari rimane sempre più solo e ipoteca la retrocessione.

IL PERSONAGGIO: ALESSANDRO MATRI

Messo sotto pressione da stampa e tifosi, l'attaccante della Juventus si rifà dopo l'opaca prestazione contro il Palermo rifilando una preziosa doppietta proprio alla sua ex squadra, il Cagliari di Donadoni. Una prestazione di carattere che riporta ossigeno in casa bianconera.


IL GOAL: WESLEY SNEIJDER IN INTER-ROMA

Nella giornata delle belle punizioni e della rovesciata di Amauri, la rete più bella viene però siglata dal giocatore dell'Inter, che con un micidiale tiro da fuori area infila il portiere giallorosso. Sneijder è apparso ritrovato, vero trascinatore di un Inter che non vuole più fermarsi.


LA CURIOSITA': MICCOLI SEGNA E RIMANE IMPIETRITO

D'accordo, non si esulta mai quando si segna alla squadra della propria città. Ma l'espressione sul volto di Miccoli dopo un magistrale punizione sembrava davvero sconvolta: immobile e quasi disperato nell'avere fatto goal al suo Lecce. Onore al "Romario" del Salento, ma una volta ogni tanto potrebbe anche lasciarsi andare.