venerdì 22 ottobre 2010

Bale, Santin e quel mercoledì che ti cambia la carriera

Storia di due protagonisti, in tutto e per tutto agli antipodi, di un quasi ordinario mercoledì sera di Champions League nella sua fase a gironi. Due partite, due ruoli diversi e soprattutto due destini diametrialmente opposti: uno da predestinato, eroe per una sera e con un futuro tutto da scrivere; l'altro da mestierante di buonissimo livello, con qualche anno di esperienza in più ma con l'ingrato titolo di ''antieroe'' per una sera che rischia di rimanergli a lungo appiccicato addosso. In ogni caso, sia Gareth Bale che Cesar Santin ricorderanno a lungo, forse per sempre, la serata del 20 ottobre 2010.

Alzi la mano chi ha scoperto dell'esistenza del terzino del Tottenham solo dopo la magica tripletta di San Siro. A chi mastica calcio a livello internazionale il nome di Gareth Bale non è per nulla nuovo, a dispetto della giovanissima età dell'esterno gallese, classe 1989. Nonostante gli appena 21 anni il gioiellino di Cardiff ha già alle spalle quasi 5 stagioni tra i professionisti, avendo esordito il 17 aprile 2006, a 16 anni e 235 giorni, con la maglia del Southampton contro il Millwall in Championship (la Serie B inglese) diventando il secondo giocatore più giovane di sempre ad essere sceso in campo con la maglia del club inglese, alle spalle solo di Theo Walcott. Senza contare l'esordio con la propria nazionale sempre nel 2006, a 16 anni e 315 giorni, qui stabilendo il record come calciatore più giovane di sempre ad aver indossato la divisa della nazionale gallese.

Un predestinato insomma, che per le sue qualità tecniche unite ad una spaventosa rapidità di esecuzione ha attirato in pochissimo tempo le mire dei maggiori club di Premier League. L'affare alla fine l'ha fatto il Tottenham nel maggio 2007, e che affare: 5 milioni di sterline più bonus al Southampton e contratto quinquennale al talentuoso esterno sinistro, capace di incantare il pubblico di White Hart Lane sin dall'esordio stagionale contro il Manchester United. In questi anni per Bale è stato un crescendo di qualità e consensi, fino al titolo di miglior terzino sinistro della scorsa Premier League, titolo ampiamente meritato visto il numero di assist sfornati dal numero 3 degli Spurs, uniti tra l'altro ad un paio di gol decisivi nella prestigiosa vittoria contro l'Arsenal e nel pareggio con il Chelsea. Fino alla definitiva consacrazione internazionale, raggiunta da Bale nel match di Champions a San Siro contro l'Inter. Una tripletta memorabile, da far strabuzzare gli occhi per la facilità dell'esterno gallese nel partire palla al piede dalla propria trequarti fino a concludere di sinistro imparabilmente nella porta avversaria.
Uno, due, tre volte. Roba da mandare nel pallone perfino una colonna come Javier Zanetti. E da mercoledì tra i colpi di mercato del prossimo gennaio il suo è uno dei nomi più gettonati: difficile strapparlo al Tottenham, che tra l'altro chiede non meno di 25 milioni di sterline, circa 30 milioni di Euro. Ma se una tra Manchester City, Real Madrid, Chelsea, Barcellona o Inter si facesse sotto con una proposta lusinghiera i colpi di scena sarebbero ammessi. Il futuro del prossimo miglior esterno mancino del mondo resta tutto da scrivere, ma di fatto Inter-Tottenham resta e resterà la partita di Bale, nonostante la sconfitta degli inglesi.

Dall'altra parte invece Barcellona-Copenhagen rischia di essere ricordata a lungo non solo come una tra le tante super prestazioni di Messi, ma come la partita di Cesar Santin, nel senso beffardo del termine. L'antieroe del mercoledì di Champions è infatti il ventinovenne brasiliano, attaccante del Copenhagen, una carriera di discreto livello alle spalle, iniziata in patria tra Gremio, Vitoria e San Josè fino a giungere in Europa, nord del continente per la precisione, prima in Svezia tra le fila del Kalmar (squadra campione di Svezia nel 2008) e poi tra quelle dei danesi. Un buon mestierante, reduce da 6 gol nelle prime 5 partite del campionato scandinavo, che per una sera si traveste da ''idiota del calcio'', come potrebbe chiamarlo con poca clemenza la Gialappa's Band.

La serata del brasiliano a Barcellona sembra infatti fatta apposta per un puntata di Mai Dire Gol: è il 26' del primo tempo al Camp Nou, i padroni di casa sono già in vantaggio con una gemma di Messi e solo una grandissima partita del portiere danese Wiland sta impedendo ai blaugrana di Guardiola di dilagare nel punteggio; improvvisamente ecco materializzarsi uno dei rari contropiedi del Copenhagen da inizio partita, con il centrocampista Vingaard che serve poco oltre la linea di centrocampo proprio Santin. La linea di difesa del Barcellona sbaglia clamorosamente il fuorigioco, tenendo in linea sia il brasiliano sia il compagno di squadra N'Doye; l'occasione è quasi troppo bella per essere vera, il campo è apertissimo e non ci sono ostacoli per almeno 40 metri tra il pallone e la porta del Barça. Sembra quasi di sentirli quelli della Gialappa's mentre urlano ''Vai Cesar, sei da solo, è l'occasione della vita, puoi segnare al Camp Nou, non ricapiterà un'occasione così!". Ma ecco il fattaccio clamoroso: Santin, convinto di essere in fuorigioco, si ferma, torna indietro e lascia che i difensori catalani recuperino il pallone. Il pubblico rimane interdetto, i difensori catalani pure: nessuno ha fischiato o sbandierato. Cesar, perchè? Le telecamere impietose inquadrano l'allenatore dei danesi, Solbakken, che vorrebbe entrare in campo e divorarsi il suo giocatore, ma incredulo si limita a mandarlo al diavolo. Tutto finito? No, perchè, l'attaccante brasiliano decide di rendersi indimenticabile al pubblico di casa. Minuto 66, altra rara sortita offensiva del Copenhagen, con l'ivoriano N'Doye che sfodera una grandissimo destro dal limite dell'area che va ad incocciare l'incrocio dei pali; la palla rimbalza quindi in mezzo all'area, proprio nella zona di Cesar Santin, completamente libero, pronta per il più facile dei tap-in a porta vuota. Ma il brasiliano completa il suo incubo personale con un insensato colpo di testa in diagonale che esce alla destra del battuto portiere Pinto. Che sembra non credere ai propri occhi, alla pari di tutto il Camp Nou. La beffa è completata dalla sostituzione del brasiliano, che abbandona la partita più terribile della sua carriera tra la standing ovation dello stadio di Barcellona. Non è chiaro cosa sia successo al termine del match, perso 2-0 dai danesi, ma l'impressione è che Solbakken e N'Doye non l'abbiano proprio presa bene. Storie di eroi e antieroi che, a modo loro, rendono il calcio un po' più speciale.


Qui il video della tripletta di Bale e quello delle ''prodezze'' di Santin

Serie A: le news da tutte le squadre.

A circa 24 ore dall'inizio dell'ottava giornata, ecco le notizie flash riguardanti tutte le squadre di Serie A.

Lazio:

Doppietta di Zarate nell'amichevole infrasettimanale: l'argentino cerca un posto da titolare nella sfida casalinga contro il Cagliari ma Reja sembra intenzionato a schierare il duo Rocchi - Floccari. Intnato c'è entusiasmo a Formello: in 3.000 hanno assistito agli allenamenti.

Milan:

Ronaldinho ha recueperato ma potrebbe accomodarsi in panchina per il posticipo di lunedì sera in casa del Napoli. In campo potrebbe esserci Robinho con Boateng al posto di Seedorf. Ai box Thiago Silva e Ambrosini.

Inter:

Dopo la tripletta a San Siro ai danni dei nerazzurri, Gareth Bale è finito proprio nell'obiettivo di Moratti, che dovrà battere la concorrenza di Milan e Juve. Per gennaio, intanto, si punta su Palacio.
Per la sfida contro la Sampdoria, rientrano Pandev e Cambiasso. Non ci sarà Stankovic mentre Coutinho sembra essere pronto per la riconferma.

Napoli:

Sarà Cribari il difensore centrale che sostituirà lo squalificato Cannavaro. Per il resto, Mazzarri è intenzionato a confermare buona parte della formazione che ha pareggiato contro il Liverpool. In difesa potrebbe giocare Aronica al posto di Grava. Attacco con la coppia Cavani - Lavezzi.

Juventus:

Delusa dal misero pareggio ottenuto a Salisburgo, la Juve cerca punti e conferme contro il Bologna: Del Neri metterà in campo Motta per Grygera e Pepe sulla fascia sinistra. Marchisio è diffidato e partirà dalla panchina. Ultima chance per Amauri: se non dovesse segnare, Iaquinta sarà pronto a ritornare titolare.

Palermo:

Trasferta in Friuli per i rosanero, appena sconfitti in Europa League dal Cska. Rossi punterà sulle prodezze di Pastore e Pinilla. Panchina per Hernandez, ieri sera insufficiente; in difesa rientra Munoz; centrocampo analogo a quello della gara di Coppa, dato che Liverani è ancora out.

Sampdoria:

Di Carlo cerca tre punti difficili al Meazza, affidandosi alla coppia d'attacco Cassano - Pazzini: quest'ultimo rientra tra i titolari dopo avere riposato in Europa League. In difesa c'è Volta al posto di Lucchini e Guberti a centrocampo come trequartista.

Chievo:

I clivensi sono in emergenza: oltre all'assente Luciano, spuntano gli infortuni di Rigoni e del bomber Pellissier. Una formazione da ridisegnare per la sfida salvezza contro il Cesena. Bogliacino rimane trequartista, ma ci sono ancora dubbi su Bentivoglio che potrebbe essere sostituito da Fernandes.

Catania:

Mentre si moltiplicano le voci di mercato su Maxi Lopez, inseguito anche dalla Juventus, il Catania ritrova Gomez e Carboni. Molto improbabile la presenza di Ledesma che si è allenato a parte.

Brescia:

Le Rondinelle volano in trasferta a Lecce e cercheranno di mantenere la tradizione positiva in Via del Mare (4 successi e un pareggio in 7 gare nell'ultimo decennio). Budel potrebbe sostituire l'acciaccato Cordova, mentre in attacco sicuri Caracciolo e Possanzini, con Eder che partirà dalla panchina.

Genoa:

In settimana il presidente Preziosi ha fatto capire che per Gasperini le opportunità non saranno infinite: in caso di sconfitta contro il Catania, il tecnico grifone potrebbe essere sostituito. La vera novità è rappresentata dal rientro di Milanetto. Palacio rimarrà fermo un mese. Kharja è indisponibile.

Cesena:

Alcune modifiche per la formazione di Ficcadenti: Jimenez e Caserta in campo dal primo minuto, con Appiah e Schelotto in panchina. A centrocampo presenti anche Colucci e Parolo. In difesa, confermati Ceccarelli e Von Bergen.

Roma:

Mentre fa mille tensioni e perplessità avanza l'ipotesi Leonardo, Ranieri potrebbe cambiare modulo passando dal 4-3-3 al tradizionale 4-4-2 con Vucinic esterno a Totti alle spalle di Borriello. Ancora fuori Menez e De Rossi, ma sulla mediana c'è Brighi. Julio Sergio in recupero, ma sarà ancora fuori.

Bari:

Infermeria piena: Raggi Barreto e Almiron non potranno affrontare la Fiorentina. Ventura può però contare su Alvarez e Caputo che dovrebbe sostituire un Kutuzov non al meglio.

Bologna:

La novità si chiama Buscè, che lo scorso anno segnò proprio alla Juventus, squadra che i rossoblu sono pronti ad affrontare al Dall'Ara. Malesani punterà su Ekdal e Radovanovic a centrocampo, mentre in difesa il dubbio è rappresentato da Britos che potrebbe essere sostituito da Cherubin. Di Vaio e Siligardi in attacco.

Udinese:

Dopo la vittoria sul Brescia, Guidolin cerca altri punti sul Palermo di Delio Rossi. Ancora 3-4-3 per i bianconeri, ed un tridente già consolidato con Sanchez, Floro Flores e Di Natale, anche se quest'ultimo potrebbe accoomdarsi in panchina al posto di Denis. Armero favorito su Pinzi a centrocampo.

Lecce:

Ritrovato Chevanton, De Canio sarà però costretto a schierare in attacco il pupillo Di Michele assieme a Corvia, mentre Jeda subentrerà a partita in corso. A centrocampo intoccabili Piatti e Giacomazzi. Difesa con Rispoli e Fabiano.

Cagliari:

Panchina scottante per Bisoli, che nell'ultima seduta di allenamento ha provato un modulo con due trequartisti per sostenere Matri. Qualora le punte diventassero due, sarebbero Acquafresca e Nenè. Molto attivo Pinardi, che potrebbe giocare vicino a Cossu e Lazzari.

Parma:

Giovinco potrebbe rimanere escluso dall'11 titolare, mentre in difesa ci sarà Paletta al posto dello squalificato Paci. Alessandro Lucarelli ha suonato la carica, e vuole i tre punti contro la Roma per scacciare la mini crisi che ha coinvolto i gialloblu. Marino metterà in campo, tra gli altri, Bojinov e Marques.

Fiorentina:

La panchina di Mihajlovic è in serio pericolo e i viola saranno costretti a fare punti alle spese del Bari. Senza Vargas, e con una lunga lista di infortunati, la Fiorentina recupera Santana e Montolivo. Anche Bolatti figura tra i convocati. In difesa, Comotto per Natali.

giovedì 21 ottobre 2010

Europa League: Krasic salva la Juve, pari anche per il Napoli, crollano Palermo e Samp

Serata decisamente negativa per le squadre italiane impegnate nel terzo turno della fase a girone dell'Europa League edizione 2010/2011: può abbozzare un sorriso solo il Napoli, che al San Paolo blocca sullo 0-0 il Liverpool, per quanto i Reds di questo inizio di stagione siano in piena crisi e sembrino lontani parenti della squadra tanto capace di ottenere ottimi risultati in Europa negli ultimi anni. Non può essere invece troppo contenta del punto conquistato la Juventus di Delneri, bloccata sull'1-1 a Salisburgo dalla formazione locale e salvata dal solito Milos Krasic. Delusione enorme invece per Palermo e Sampdoria: i rosanero crollano tra le mura amiche del ''Barbera'' per mano del Cska Mosca trafitti da un secco 3-0; i doriani in Ucraina passano in vantaggio ma subiscono la rimonta del Metalist Kharkiv, che si impone 2-1. Finisse oggi la fase a gironi l'unica squadra a qualificarsi sarebbe il Napoli: un dato che deve far riflettere sul drastico e preoccupante abbassamento di livello del calcio italiano rispetto alla media europea. Anche se, purtroppo, non è una novita. Unici, piccoli motivi di soddisfazione le vittorie di Mancini e Spalletti sulle panchine di Manchester City e Zenit San Pietroburgo.

Girone A
Salisburgo - Juventus 1-1
La Juve versione Europea di quest'anno sembra soffrire di amnesie. Non possono infatti essere nè il turn over, termine rigettato da Delneri perchè considerato quasi ''offensivo'' nei confronti dei giocatori utilizzati in coppa, nè l'importanza dell'impegno continentale le cause delle altalenanti e poco convincenti prestazioni bianconere in Europa League. Dopo il prezioso pareggio sul campo del Manchester City, principale rivale del girone, il match a Salisburgo, contro una squadra in crisi e terz'ultima nel proprio campionato, sembrava poter essere il trampolino ideale per la squadra di Delneri per rimanere in scia alla squadra di Mancini. Invece la Juve esce dalla Red Bull Arena con un pareggio non solo inutile ma anche sofferto. E soprattutto dopo aver regalato il primo tempo alla formazione avversaria, allo stesso modo di quanto accaduto contro il Lech Poznan. Alla fine i bianconeri devono ringraziare il solito super Milos Krasic, entrato a inizio ripresa al posto di Pepe e subito a segno su un bel cross di De Ceglie. Il serbo porta in campo da solo tutto ciò che era mancato alla Juve della prima frazione, ovvero cattiveria e gioco sulle fasce. Troppo molle la squadra vista nel primo tempo, con Martinez in evidente ritardo di condizione atletica, Sissoko e Amauri completamente fuori gara e il solito Pepe, generoso ma inguardabile. Un solo tiro in porta bianconero in tutto il primo tempo e su punizione, ovviamente di Del Piero. Per fortuna di Delneri il Salisburgo non è il Manchester City: gli austriaci sono tecnicamente modesti ma ci tengono a ben figurare, riuscendoci pure al 36' grazie a Svento, che indovina un gran destro a girare sul palo lungo di Manninger, e poco importa che la punta dei padroni di casa sia un mancino. Poi ecco Krasic: subito dopo il pareggio il serbo per un soffio non manda in gol anche Del Piero e qualche minuto dopo spreca da buona posizione. La Juve della ripresa è più sveglia e viva ma il Salisburgo non desiste dal provarci: prima Wallner e Leitgeb sprecano due buone occasioni, poi lo stesso Wallner si vede annullare per un fuorigioco la rete del vantaggio. E nel finale al 93' è Manninger con un miracolo a salvare il pareggio. Infortunio per Grygera a metà ripresa, sospetta distorsione al ginocchio destro. Terzo pareggio in altrettante gare per la Juve e City più lontano in classifica.

Manchester City - Lech Poznan 3-1 (13' Adebayor, 25' Adebayor, 28' Adebayor, 50' Thsibamba)

Classifica: Manchester City 7, Lech Poznan 4, JUVENTUS 3, Salisburgo 1.


Girone B
Aris Salonnico - Bayer Leverkusen 0-0

Atletico Madrid - Rosenborg 3-0 (17' Godin, 66' Aguero, 78' Diego Costa)

Classifica: Bayer Leverkusen 5, Aris Salonnico 4, Atletico Madrid 4, Rosenborg 3


Girone C
Lille - Levski Sofia 1-0 (49' Chedjou)

Sporting Lisbona - Gent 5-1 (6' Salomao, 13' Liedson, 16' Wils (G), 27' Liedson, 37' Maniche, 60' Helder Postiga)

Classifica: Sporting Lisbona 9, Lille 4, Levski Sofia 3, Gent 1


Girone D
Dinamo Zagabria - Bruges 0-0

Villareal - Paok Salonicco 1-0 (38' Ruben)

Classifica: Villareal 6, Paok Salonicco 4, Dinamo Zagabria 4, Bruges 2


Girone E
AZ Alkmaar - Dinamo Kiev 1-2 (16' Milevskiy, 35' Falkenburg (A), 39' Khacheridi)

Sheriff Tiraspol - Bate Borisov 0-1 (8' Sosnovsky)

Classifica: Bate Borisov 7, Dinamo Kiev 4, AZ Alkmaar 3, Sheriff Tiraspol 3


Girone F
Palermo - Cska Mosca 0-3
Delio Rossi lo aveva detto alla vigilia, con molta umiltà: ''Non mi vergogno a dirlo, loro per esperienza e palmares sono più forti di noi.'' E in effetti il Palermo non ha fatto nulla per dimostrare il contrario. Troppo perforabile la retroguardia rosanero per resistere alle offensive della formazione russa, che in realtà di russo in campo ha ben poco. Sono infatti l'ivoriano Doumbia, con una doppietta, e il ceco Necid i mattatori del successo della squadra di Karpin al ''Barbera'' contro una formazione di casa priva di Sirigu tra i pali e della coppia Ilicic-Bacinovic in mezzo al campo. Davanti Rossi sceglie la coppia Maccarone-Hernandez, con l'uruguaiano, in cerca di riscatto dopo un inizio di stagione non troppo confortante, che prova subito a chiamare in causa il portiere russo Akinfeev. Un lampo prima del dominio dei russi, che al 23' potrebbero già portarsi in vantaggio su rigore dopo un fallo del portiere Benussi su Mark Gonzalez a seguito di un errore difensivo di Goian. Buon per l'estremo difensore rosanero che dal dischetto il brasiliano Vagner Love calci in modo tutt'altro che impeccabile, chiamandolo ad una parata tutt'altro che impegnativa. Ma il vantaggio degli ospiti è solo rimandato di 12': cross di Nababkin, errore di Cassani che si perde Doumbia e colpo di testa preciso dell'attaccante ivoriano. Che regala il bis dopo neanche un quarto d'ora della ripresa finalizzando un'azione personale con slalom su Goian e Kasami. Il Palermo non può nulla, Pastore prova qualche accelerazione condita da qualche numero dei suoi ma è nervoso, tanto da farsi cacciare ingenuamente dopo aver applaudito l'arbitro Schorgenhofer che l'aveva appena ammonito. In pratica cala qui il sipario sulle speranze degli uomini di Delio Rossi, che a 8' dalla fine subiscono il terzo gol ospite con Necid dopo una bella azione del talentuoso Dzagoev, uno dei pochi russi in campo nel Cska. I moscoviti salgono a quota a 9 a punteggio pieno e senza aver subito reti, il Palermo resta a 3 e deve inseguire anche lo Sparta Praga, bloccato in extremis dal Losanna e sopra di un punto.

Sparta Praga - Losanna 3-3 (6' Meoli (L), 10' Wilfried, 20' Kucka, 23' Wilfried, 75' Steuble (L), 96' Silvio (L))

Classifica: Cska Mosca 9, Sparta Praga 4, PALERMO 3, Losanna 1


Girone G
Anderlecht - Aek Atene 3-0 (30' Boussoufa, 71' Lukaku, 75' Juhàsz)

Zenit San Pietroburgo - Hajduk Spalato 2-0 (25' Bukharov, 68' Danny)

Classifica: Zenit San Pietroburgo 9, Anderlecht 3, Aek Atene 3, Hajduk Spalato 3


CorsivoGirone H
Young Boys - Odense 4-2 (25' Bienvenu, 34' Sutter, 48' Utaka (O), 61' Degen, 74' Lulic, 84' Sorensen rigore (O))

Stoccarda - Getafe 1-0 (29' Marica)

Classifica: Stoccarda 9, Young Boys 6, Getafe 3, Odense 0


Girone I
Metalist Kharkiv - Sampdoria 2-1
Che occasione sprecata! La Samp torna dall'Ucraina a mani vuote dopo essere andata in vantaggio per prima e aver giocato gli ultimi 35' del match in superiorità numerica. Eppure il Metalist, anche in 10 uomini, ha avuto la forza non solo di contenere la squadra di Di Carlo ma anche di trovare il gol partita a poco più di un quarto d'ora dalla fine con una splendida rovesciata del brasiliano Cleyton Xavier. Una beffa atroce per i blucerchiati, privi di Palombo, Pazzini e Lucchini e con un quartetto di centrocampo giovanissimo formato da Marilungo, Dessena, Koman e Poli. Dei quattro è in particolare l'ungherese a lasciare il segno, portando in vantaggio i suoi a metà primo tempo con un pregevole pallonetto dopo uno scambio di prima sull'asse Marilungo-Cazzano-Pozzi. In precedenza le due formazioni si erano praticamente equivalse, con occasioni per i padroni di casa firmate da Cleyton Xavier e Taison e per gli uomini di Di Carlo con Pozzi e Cassano. Dopo la rete di Koman la Samp sembra in grado di controllare il match, ma sono proprio i liguri a regalare il pareggio ai padroni di casa con un'incomprensione tra Volta e Cacciatore che spiana la strada a Taison. L'attaccante del Metalist si rende protagonista del match nel bene e nel male, facendosi cacciare all 11' della ripresa per un fallo di reazione dopo un'entrata scomposta di Volta. La superiorità numerica blucerchiata sembra il preludio ad una preziosa vittoria esterna, invece la Samp si squaglia improvvisamente e gli ucraini prendono coraggio, fino a colpire con il super gol di Cleyton Xavier al 28', sfiorando pure il terzo gol nel finale. In classifica il Metalist supera proprio i blucerchiati e si piazza alla spalle del Psv Eindhoven.

Debrecen - PSV Eindhoven 1-2 (35' Mijadinoski (D), 40 Engelaar, 66' Dzsudzsak)

Classifica: PSV Eindhoven 7, Metalist Kharkiv 6, SAMPDORIA 4, Debrecen 0.


Girone J
Borussia Dortmund - Paris St. Germain 1-1 (50' Sahin rigore, 87' Chantome)

Karpaty Lviv - Siviglia 0-1 (34' Kanoutè)

Classifica: Paris St. Germain 7, Siviglia 6, Borussia Dortmund 4, Karpaty Lviv 0


Girone K
Napoli - Liverpool 0-0

Utrecht - Steaua Bucarest 1-1 (60' Duplan (U), 75' aut. Schut)


Girone L
Besiktas - Porto 1-3 (26' Falcao, 59' Hulk, 77' Hulk, 92' Bobo (B))

Cska Sofia - Rapid Vienna 0-2 (28' Vennegoor of Hesselink, 32' Hofmann)

Classifica: Porto 9, Besiktas 6, Rapid Vienna 3, Cska Sofia 0


Quanto ci manca l'effetto "Mou"!

Sono bastati cinque minuti di intervista nel dopo gara tra Real e Milan per farci ritornare una particolare sensazione di nostalgia nei confronti di Mourinho.

Nonostante il suo gruppo fosse pronto ad abbandonare lo stadio, lo "Special one" si è presentato ai microfoni della Rai con estrema disponibilità; le parole di Mou, semplici e precise, hanno disegnato a perfezione l'incontro che si era appena concluso, portando rispetto per l'avversario ma allo stesso tempo esaltando la prestazione dei propri giocatori.

Il Real è ritornato ad essere una squadra quadrata, dove le geometrie dei tanti fenomeni riescono ad incastrarsi le une con le altre. Basta pensare a Cristiano Ronaldo, che sembra essere rinato sotto la guida del nuovo tecnico, ritrovando la posizione abituale di esterno, con i risultati che tutti abbiamo visto.

Mourinho significa analisi, nello studio quasi scientifico degli avversari e nella preparazione della gara. Pre - tattica, nelle dichiarazioni spesso destabilizzanti verso i rivali. Gruppo e disciplina, nel continuo uso della metafora del bastone e della carota. E, infine, significa risultato: anche il Bernabeu, dopo anni di timidi applausi, ha omaggiato il Real al termine della gara con una vera e propria standing ovation.

In particolare, del tecnico portoghese ci manca il suo non essere scontato: per le sue affermazioni e per le risposte, per il non farsi prendere in giro e, soprattutto, per la sua pungente sincerità dentro e fuori dal campo.

Insomma in Italia l'effetto "Mou" ha lasciato il segno e non sappiamo se e chi potrà prendere un giorno il suo posto.

mercoledì 20 ottobre 2010

Premier League: Rooney, addio allo United: ''Me ne vado, ma sarò sempre grato a Ferguson"

This is a goodbye. Non ancora, per il momento, ufficiale nei fatti, ma certo le parole chiare e nette del comunicato stampa non lasciano spazio a dubbi. Wayne Rooney lascerà il Manchester United, con ogni probabilità già nella prossima finestra di calciomercato a gennaio. Alla base della decisione del bomber dei Red Devils, da qualche tempo in crisi tanto sul campo quanto, soprattutto, nella vita privata (la moglie Coleen lo ha perdonato, a fatica e con la "condizionale", dopo lo scandalo delle scappatelle con un paio di escort locali) ci sarebbero motivi legati al futuro della squadra e al rinnovo del contratto dello stesso Rooney: ''Ho incontrato David Gill (uno dei proprietari dello United, ndr) la scorsa settimana e non mi ha dato le rassicurazioni che volevo sulla squadra futura; a quel punto gli ho detto che non avrei firmato il nuovo contratto'', queste alcune delle dichiarazioni del bomber inglese contenute nel comunicato e riportate da Gazzetta.it, '' Durante quegli incontri in agosto ho chiesto assicurazioni sulla capacità del club di continuare ad attirare i migliori giocatori del mondo. Per me conta solo vincere, come la squadra ha sempre fatto con Sir Alex Ferguson. Nonostante le recenti difficoltà avrò sempre un debito enorme con lui. E' un grande manager ed è stato un mentore, che mi ha aiutato e supportato fin quando sono arrivato qui dall'Everton, a 18 anni. Per il bene del Manchester spero che possa continuare per sempre perchè è un genio."

Dunque, pur ammettendo i dissidi degli ultimi tempi, legati a qualche scelta tecnica dello stesso Ferguson in virtù della condizione non brillantissima del suo attaccante, è il ridimensionamento dello United la causa principale dell'addio di Roo. Una scelta che apre scenari di mercato molto interessanti, seppure limitati: Rooney non lascerà l'Inghilterra, secondo la volontà espresa dalla consorte Coleen, e questo inevitabilmente riduce il numero di pretendenti in grado di assicurarsi le prestazioni dell'asso di Liverpool e di garantire al giocatore i benefit economici da lui richiesti. Gli indizi per il momento dicono Manchester City, per l'immensa disponibilità economica dello sceicco Mansour, e Chelsea, ma i Citizens, acerrimi rivali cittadini dei Red Devils, rischiano di essere tagliati fuori in partenza: Ferguson difficilmente pare disposto anche solo a sedersi allo stesso tavolo con i dirigenti della squadra ''nemica'', ancora di più dopo la ''fuga'' di Tevez dallo United proprio in direzione City. Escluso l'Arsenal, che per bocca di Wenger ha escluso qualsiasi interessamento per Roo (''Abbiamo cinque attaccanti, siamo al completo") e scartato il Liverpool per ragioni economiche e di cuore (Rooney è nato e cresciuto nell'Everton, seconda squadra della città), i Blues di Ancelotti sembrano dunque i più accreditati a portarsi a casa il gioellino per una cifra intorno ai 20 milioni di sterline. Meno di quanto potrebbe offrire il City, ma tant'è.

Intanto Ferguson, che farà a meno del suo ex pupillo nel match di Champions di questa sera all'Old Trafford contro il Bursaspor, sembra essersi già mosso sul mercato alla ricerca del suo sostituto: la pista più concreta porta a Fernando Torres, in cerca di rilancio dopo il pessimo inizio di stagione del Liverpool in Premier. Secondo i tabloid inglesi l'affare si farà, anche per l'interesse dei nuovi proprietari del Liverpool, John Henry e Tom Warner, di alleggerire dal bilancio gli stipendi delle stelle di Anfield Road, tra cui in particolare quello del Campione del Mondo spagnolo.

martedì 19 ottobre 2010

Real Madrid-Milan 2-0: le pagelle

Mou, che lezione ad Allegri! Cristiano Ronaldo e Ozil sugli scudi, difesa rossonera e Seedorf imbarazzanti

REAL MADRID
Casillas 6,5 - Vive buona parte della partita da spettatore grazie all'ottimo lavoro della sua retroguardia: il Real sinora ha incassato solo 3 gol in Liga in sette giornate ed è ancora imbattuto in Champions e di questo va dato merito in particolare a Mourinho e al suo grandissimo lavoro su uno dei più grandi talloni d'achille dei ''galacticos'' negli ultimi anni, ovvero la fase difensiva. Aiutato dalla traversa su una punizione di Pirlo a metà primo tempo, è prontissimo su un destro violento di Robinho in uno dei rari lampi rossoneri del match.

Arbeloa 6,5 - L'ex terzino destro del Liverpool alterna buoni recuperi in fase difensiva su Pato e Ronaldinho a interessanti azioni in avanti a sostegno di Ozil, trovando spesso il guizzo per il cross e mettendo in difficoltà Antonini, che pur limita i danni sulla sua fascia a differenza del disastroso Zambrotta dall'altra parte.

Pepe 6,5 - Ogni qualvolta Ibrahimovic entra in possesso di palla lui è lì, ad aiutare Carvalho nel raddoppio di marcatura. Preciso ed efficace pure nello stoppare regolarmente un Pato davvero inguardabile. Con lui Casillas può dormire per gran parte del match tra due guanciali.

Carvalho 6,5 - Il pupillo difensivo di Mou annulla gli attaccanti rossoneri, in particolare Ibra, con ordine e puntualità. L'intesa con il compagno di reparto Pepe sembra già ben collaudata, come dimostra anche l'inedità solidità difensiva del Real in questo primo scorcio di stagione.

Marcelo 7 - Quanto corre per tutto il match l'esterno brasiliano! Un momento lo vedi rientrare in difesa a dare una mano ai suoi per fermare Pato e Ronaldinho, un attimo dopo lo vedi correre in avanti e sovrapporsi con Cristiano Ronaldo. A tratti ricorda il connazionale Maicon, per quantità e qualità sulla fascia. Seedorf e Zambrotta si sogneranno di lui e CR9 per un bel pezzo.

Xabi Alonso 7 - La solita diga impenetrabile davanti alla difesa, nonchè punto di partenza della stragrande maggioranza delle azioni offensive dei padroni di casa. Cerca gloria personale anche al limite dell'area di rigore milanista. Fondamentali le sue geometrie in mezzo al campo per la squadra di Mourinho.

Khedira 6,5 - Rispetto a Xabi il suo è un lavoro più oscuro e di contenimento, ma non per questo meno preciso ed efficace. Cerca spesso il connazionale Ozil con ampi cambi di gioco. In fase difensiva chiude bene su Ronaldniho, mentre su Seedorf non ce n'è bisogno

Di Maria 6,5 - Nel primo tempo, insieme a Ronaldo e Ozil, mette più volte i brividi alla difesa rossonera, chiamando anche Amelia ad un ottimo intervento nel finale di tempo. Mezzo voto in meno per gli eccessivi sprechi nel secondo tempo, durante il quale si mangia un altro paio di ottime palle gol per puro egoismo.
(dal 42 s.t. Granero s.v.)

Ozil 7,5 - Il folletto tedesco di origini turche incanta con le sue giocate eleganti, a tratti quasi strafottenti, che mandano nel panico la retroguardia rossonera. Protagonista insieme a Ronaldo dell'uno-due devastante con il quale i Blancos chiudono la pratica in 2 minuti attorno al quarto d'ora, pur aiutato in occasione del gol dalla deviazione decisiva di Bonera. Sfodera una quantità impressionante di assist, che meriterebbero miglior fortuna, per Higuain. Esce tra gli applausi scroscianti del Bernabeu.
(dal 38 s.t. Lassana Diarra s.v.)

C. Ronaldo 8 - Pronti, via e non lo vedi giocare, ma volare. Si divora Zambrotta come fosse una barretta di cioccolato e salta Nesta come fosse di carta velina. Finte, controfinte, tocchi e tiri. In più la barriera del Milan decide pure di aiutarlo nel confezionare l'1-0 del Real, aprendosi come un regalo a Natale sulla sua punizione dal limite al 13'. Cerca più volte di portare a casa la doppietta personale e quando non è il pallone a uscire di poco è il portiere rossonero Amelia a dirgli di no. Ogni volta che gli arriva palla è il delirio, sia per i tifosi di casa che per i difensori avversari.

Higuain 6 - Fosse finita 0-0 o peggio ancora, a Madrid lo avrebbero crocifisso. L'attaccante argentino si divora infatti una marea di occasioni da gol sugli assist deliziosi targati Ronaldo, Ozil, Di Maria e Marcelo. Un peccato mortale vista anche la serata da incubo di Bonera e Nesta. Senza dimenticare che in panchina c'è un Benzema sempre più scalpitante.
(dal 44 s.t. Benzema s.v.)

All: Mourinho 8 - Partita perfetta da tutti i punti di vista: la squadra gioca a memoria, ha carattere, è difensivamente solida, atleticamente ineccepibile e permette alle individualità di esprimersi al meglio. Anche se siamo appena ad ottobre appare difficile che questa stagione a Madrid, sponda ''blanca'', si finisca con ''zeru tituli''.


MILAN
Amelia 6,5 - Già il fatto che sia nettamente il migliore tra gli uomini di Allegri deve far riflettere sulla pessima prestazione rossonera, difensivamente e non solo. Una serata, quella dell'ex portiere del Genoa, dalle mille sfaccettature: dall'esordio stagionale con il Milan nella prestigiosa cornice del Bernabeu al terribile doppio vantaggio madridista in due minuti a causa della barriera formato Emmental sulla punizione di Ronaldo e dell'improvvido Bonera sulla conclusione di Ozil. Ma l'esordio del numero 1 rossonero va ricordato soprattutto per gli interventi decisivi su Ronaldo, Ozil e Di Maria.

Zambrotta 4 - Fa quasi tenerezza vederlo mentre si fa saltare regolarmente da Cristiano Ronaldo in fascia, annaspando nel tentativo di recuperare. Dalla sua parte l'ex pallone d'oro e Marcelo indicono una sfida nella sfida a chi riesce ad arrivare più in fretta in zona cross: al terzino azzurro non resta che farsi spedire a casa una foto dell'autovelox.

Nesta 4,5 - Invischiato nella serata da incubo dei suoi, ne esce malconcio e scherzato dal trio d'attacco del Real. Dopo Zambrotta è il bersaglio preferito di CR9 che accentrandosi lo fa fuori regolarmente prima di cercare la conclusione. In ritardo su Higuain e Ozil per fortuna ha alle sue spalle un Amelia in serata di grazia, che se non altro evita la goleada.

Bonera 4,5 - Non è Thiago Silva, e questo lo si sapeva; non è neanche fortunato, perchè la sua deviazione sul tiro di Ozil è tanto deleteria quanto figlia della malasorte. Ma in ogni caso è il solito Bonera, poco attento e ancor meno sicuro. Permane il mistero legato al suo utilizzo: ma Papastathopoulos è davvero peggio di lui?

Antonini 5,5 - Dei quattro di difesa è l'unico a limitare i danni, cercando la copertura su Di Maria e Arbeloa e tentando di proporsi in avanti in aiuto a Ronaldinho sulla sinistra. Se non altro va apprezzata la sua generosità.

Gattuso 5,5 - Ringhio ci mette la grinta, che si sa non gli è mai mancata. Ma la precisione era ed è quella che è. Prova a lottare e a contenere i danni sulla trequarti, cercando di supportare un Pirlo in evidente difficoltà in fase difensiva. Esce ad inizio ripresa per fare spazio al più fisico Boateng, ma se non altro meriterebbe di rimanere in campo a discapito del ben più inguardabile Seedorf.
(dal 14 s.t. Boateng 5,5 - Il ghanese regala più movimento in fase offensiva e allo stesso tempo aiuta i compagni ad arginare le scorribande offensive avversarie, ma il suo impatto sul match non è del tutto quello sperato.)

Pirlo 5 - La sua traversa su punizione a metà primo tempo è un lampo nel nulla, suo e della squadra. Non incide come dovrebbe, tra l'altro mal supportato da un centrocampo non certo di piedi nobili. Le sue geometrie sono comunque regolarmente stoppate sulla trequarti difensiva del Real da Khedira o Xabi Alonso.

Seedorf 4 - Inguardabile ed irritante: perennemente in ritardo su tutti i palloni, spreca come un pivello una delle rarissime occasioni rossonere di tutto il match su un'invenzione illuminante di Ronaldinho. Non dà mai la sensazione di essere nel match, anzi, con lui in campo il Milan sembra in inferiorità numerica.

Ronaldinho 5 - Prova ad accendere la luce con qualche buona soluzione, mal sfruttata, per le punte, ma da un Dinho che per sua stessa ammissione si sente in forma da Pallone d'Oro ti aspetti molto, molto di più. L'uno contro uno in mezzo al campo non funziona mai.
(dal 26 s.t. Robinho 6 - Uno dei pochi a svegliare dal torpore la retroguardia madridista e l'unico a scaldare i guantoni a Casillas in tutto il match con una conclusione velenosa da fuori. Fischiatissimo dal suo ex pubblico del Bernabeu, il brasiliano sembra ormai vicino ad un buonissimo stato di forma. Andava inserito prima.)

Pato 4,5 - Di lui in questo match rimarrà solo il fallo al limite su Di Maria, origine del vantaggio su punizione di Cristiano Ronaldo. A differenza del match di Champions di un anno fa al Bernabeu, incappa in una serata assolutamente incolore. Pepe e Carvalho non devono neanche ammazzarsi di fatica per fermarlo in quelle poche occasioni nelle quali ''Il Papero'' riceve palla. Tardiva la sua sostituzione con Inzaghi.
(dal 33 s.t. Inzaghi 5,5 - Ha una voglia matta di segnare la rete che lo consacrerebbe miglior cannoniere di sempre nelle Coppe Europee davanti a Gerd Mueller e il Bernabeu ha tutte le caratteristiche della cornice prestigiosa in cui festeggiare questo storico traguardo: per questo si sbatte, al solito, sul filo del fuorigioco, purtroppo mal assistito da un Ibrahimovic quantomai impreciso.)

Ibrahimovic 5 - Rimane coinvolto nella serata poco positiva dei suoi, ma pure spreca malamente le palle che riceve da Ronaldinho prima e da Robinho poi. Cerca il dialogo nella ripresa con il neo-entrato Inzaghi, ma le poche volte in cui riesce a ricevere palla si esibisce in giocate inutilmente stucchevoli, lamentandosi spesso del terreno di gioco.

All: Allegri 5 - Il problema non è la sconfitta su un terreno prestigioso e in un match difficile, ma la differenza troppo netta sul piano tecnico e fisico rispetto ai rivali. Oltre alla preoccupante mancanza di carattere mostrata dai rossoneri nei momenti decisivi del match. Tardivi gli ingressi di Robinho e Inzaghi, inspiegabile l'impiego per 90' dell'impresentabile Seedorf.

Arbitro: Proença 6 - Pochi problemi per il direttore di gara portoghese. Qualche dubbio solo sul fallo di Pato su Di Maria all'origine del vantaggio dei Galacticos. Nel finale placa un accenno di nervosismo di Cristiano Ronaldo su Boateng.

lunedì 18 ottobre 2010

SETTIMA GIORNATA: DEL PIERO E' IL RE, ETO'O CHE GOAL, MENTRE A BARI...

Nella domenica del poker juventino ai danni del Lecce, e delle conferme di Lazio ed Inter, con le rinascite di Udinese e Roma e la crisi della Fiorentina di Mihajlovic, ecco personaggio, goal e curiosità dell'ultimo turno di Serie A.

IL PERSONAGGIO: ALESSANDRO DEL PIERO

Senza dubbio, il personaggio della giornata è Alex Del Piero: 178 goal e record di Boniperti eguagliato. In una stagione che lo vedrà poco presente dall'inizio, il numero 10 della Juventus potrebbe continuare a stupire, non solo per la bellezza dei suoi gesti atletici ma anche, e soprattutto, per le reti decisive che potrebbero risolvere le partite. Applausi ad un grande.

IL GOAL: SAMUEL ETO' O

In una giornata ricca di reti interessanti (basterebbe la gara del Palermo per archiviare la pratica) selezioniamo il goal di Samuel Eto'o contro il Cagliari: riceve palla da Snejder, effettua una doppia finta sull'avversario e scarica un sinistro esplosivo che si rivelerà determinante per le sorti dell'incontro. Una marcatura che vale triplo: la bellezza del gesto, i tre punti per l'Inter, la sua vittoria personale contro i cori razzisti che lo hanno perseguitato in buona parte dell'incontro.

LA CURIOSITA': IL PALLONE DI HERNANES

Hernanes segna l'1 a 0 per la Lazio a Bari e corre a festeggiare dietro la porta di Gillet. Ma non ha il pallone a disposizione. Vorrebbe infatti quello del raccattapalle che non è intenzionato a darglielo. Il centrocampista glielo domanda esplicitamente e tutto si risolve: una volta raccolta la sfera la infila sotto la maglia simulando una gravidanza.

178 volte il primo amore. Del Piero eguaglia Boniperti, scritta un altra pagina di storia bianconera.

Del Piero esulta dopo un gran gol all'Inter, che vale i tre punti.
di Alessandro Mascia

Ieri, un po’ in sordina, la Juventus ha scritto una pagina importantissima della sua storia. Alessandro Del Piero, simbolo e bandiera di questa squadra, alle 16,37 va in gol per la 178 volta in serie A, eguagliando il record che appartiene a Giampiero Boniperti. Con classe, Alex ha sfogliato, da quel lontano 1993 in cui arrivò, le pagine più belle del libro della storia bianconera, imparandole prima e riscrivendole poi.

A 33 anni suonati Alessandro è rinato più volte dell’Araba Fenice. Dato per finito già nel 2000 si è rialzato e si è dimostrato campione come pochi altri. Signore in campo e fuori, raramente una polemica, rarissimamente una parola fuori posto. E’ proprio per questo che in tanti, in tutta Italia, lo amano.
Ha già polverizzato moltissimi record: nessuno ha mai indossato tanto la maglia più vincente d’Italia, vestita 642 volte. E nessuno ha mai esultato tanto come lui con essa: 276 gol fatti: 177 in serie A, 20 in serie B, 26 nelle Coppe nazionali, 52 nelle competizioni europee e 1 in Coppa Intercontinentale.

I record da battere ora sono solo due: maggior numero di presenze in campionato, ancora di Boniperti, 444, e maggior numero di reti segnate in campionato. Ne basta uno.

Per omaggiare, vorrei chiedere a tutti voi qual è il gol più bello segnato da Alex.
Personalmente ne ho tre, pregni di significato alcuni, semplicemente stupendi altri.

1) 1)Juventus – Torino 2003. Nel derby, con un tacco spettacolare. http://www.youtube.com/watch?v=kDlIPpfBlRE
2) 2) Bari – Juventus 18/2/2001. Alessandro ha appena perso suo padre, e le critiche continuano a piovergli addosso come se niente fosse. Lui, si sfoga così. http://www.youtube.com/watch?v=AQQivBlI4Bs
3) 3) Juventus – Piacenza, 2003. Gol in spaccata volante per il capitano, che saluta così l’Avvocato, appena scomparso. http://www.youtube.com/watch?v=GncrXwXyxWk&feature=related

Ma ce ne sono tanti, tanti altri.
Da i gol “alla Del Piero”, nati nel ’94. Steaua, Verona, Lazio e Napoli solo per citarne alcuni. (Juve – Steaua http://www.youtube.com/watch?v=WP5XMALyDQU, e Lazio - Juve http://www.youtube.com/watch?v=MSC1KZT9Dv0).
Oppure quello preferito da molti, che lo considerano il più bello. 4/12/94, la Juve perde 2-0 con la Fiorentina: Ravanelli e Vialli raddrizzano, Alex regala i tre punti con questa magia: http://www.youtube.com/watch?v=VNVxpMUUnB8.
Ma non dimentichiamo il gol di tacco al Borussia Dortmund in finale di Champion’s, nel 1997: http://www.youtube.com/watch?v=cfCWfyt6ylU.
E non dimentichiamo gli altri 269. Signori, questo è Alex Del Piero.

domenica 17 ottobre 2010

La Lazio sa ancora volare, vittoria e primato. Super Eto'o e Krasic per Inter e Juve, Fiorentina nell'abisso

Non chiamatela più bella speranza di inizio campionato: la Lazio di Edi Reja è quanto di più reale stia proponendo la Serie A dopo questo primo mini-scorcio di stagione, per l'esattezza sette giornate, all'insegna dell'incertezza e delle sorprese. I biancocelesti avranno pure un organico praticamente immutato rispetto allo scorso, ma il lavoro del tecnico goriziano, i cui risultati si erano fatti apprezzare già nella seconda parte dello scorso campionato, unito ad un Hernanes in più (grande acquisto il brasiliano, sempre più uomo squadra), sembrano davvero aver trasformato gli aquilotti in una squadra degna del posto occupato in classifica. Prova ulteriore ne è la vittoria, figlia di una prestazione cinica e concreta, appunto da grande squadra, nel posticipo serale sul non facile terreno del San Nicola di Bari contro i galletti di Ventura. Un 2-0 targato Hernanes e Floccari, non a caso due degli uomini simbolo del primato biancoleste, dopo un primo tempo sonnacchioso. Quanto basta per mantenere la Lazio in vetta e in solitaria a quota 16, a +2 sulle milanesi.

Prosegue infatti a braccetto la marcia di Inter e Milan al secondo posto della graduatoria. Dopo la vittoria nel primo anticipo del sabato degli uomini di Allegri sul Chievo per 3-1, a raggiungere i cugini ci pensa Eto'o, che a Cagliari regala una magia delle sue: dribbling secco su Astori e conclusione secca dal limite, praticamente da fermo, di sinistro imparabile per Agazzi. 1-0 finale per gli uomini di Benitez e doppia soddisfazione per il camerunense dopo i cori razzisti di inizio gara. Tra le squadre più in salute citazione obbligata per la Juventus di Del Neri, sempre più convincente e sempre più trascinata da un Krasic in forma pazzesca; c'è infatti lo zampino del serbo in tutte le reti con cui i bianconeri strapazzano il Lecce: dal vantaggio di un Aquilani che pare ritrovato al rigore trasformato da Melo (anche lui rinato) con il cucchiaio e dal gol in tuffo di testa di Quagliarella a fine primo tempo sino al 178° gol in Serie A di capitan Del Piero. Una gemma che per il numero 10 bianconero vuol dire agganciare Boniperti nella classifica dei marcatori bianconeri di tutti i tempi in campionato.

A quota 11, insieme ai bianconeri, sale anche il Palermo di Delio Rossi, spietato al ''Barbera'' contro il Bologna di Malesani: 4-1 il finale per i rosanero, che riassaporano il gusto di una vittoria casalinga in campionato dopo ben 6 mesi, targato Pastore (sul quale il Real Madrid sembra aver già concentrato le proprie mire), Pinilla e la coppia slovena ex Maribor, Ilicic-Bacinovic. Sopra Palermo e Juve, al quarto posto, troviamo il Napoli, che si salva a Catania dopo essere andato in vantaggio con il solito Cavani ed essere stato raggiunto a metà ripresa dall'argentino Gomez: i partenopei limitano i danni vista l'espulsione nel secondo tempo di Paolo Cannavaro. Respira invece la Sampdoria, che a Marassi rischia ma rimonta una Fiorentina ultima e in crisi nerissima grazie a Cassano e Ziegler. Per i viola infatti la contemporanea vittoria dell'Udinese a Brescia grazie a Corradi e il pareggio del Parma a Cesena significano fondo della classifica in solitaria: una situazione inaspettata che unita agli ultimi sviluppi negativi sulla famosa ''Cittadella viola'', tanto auspicata dai Della Valle ma infine sfumata, non può che non gettare nello sconforto la tifoseria fiorentina. Chi invece torna a rivedere un bagliore di speranza è la tifoseria giallorossa romanista dopo il successo degli uomini di Ranieri nell'anticipo dell'Olimpico contro il Genoa: 2-1 e ultimo posto a +3, ma in questo pazzo pazzo campionato 2010/2011 c'è sempre tempo per gli sconvolgimenti più impensati.


LA 7° GIORNATA

MILAN - CHIEVO 3-1 (18' Pato, 30' Pato, 70' autogol Ibrahimovic, 93' Robinho)

ROMA - GENOA 2-1 (34' Borriello, 53' Brighi, 79' Rudolf)

CAGLIARI - INTER 0-1 (39' Eto'o)

BRESCIA - UDINESE 0-1 (80' Corradi)

CATANIA - NAPOLI 1-1 (39' Cavani, 69' Gomez)

CESENA - PARMA 1-1 (17' Bogdani, 28' Zaccardo)

JUVENTUS - LECCE 4-0 (13' Aquilani, 34' Melo rigore, 44' Quagliarella, 83' Del Piero)

PALERMO - BOLOGNA 4-1 (17' Pastore, 24' Ilicic, 47' Pinilla, 66' Di Vaio, 84' Bacinovic)

SAMPDORIA - FIORENTINA 2-1 (6' Marchionni, 81' Ziegler, 82' Cassano)

BARI - LAZIO 0-2 (52' Hernanes, 61' Floccari)


LA CLASSIFICA:

LAZIO 16
MILAN 14
INTER 14
NAPOLI 12
JUVENTUS 11
PALERMO 11
SAMPDORIA 10
CHIEVO 10
CATANIA 9
BRESCIA 9
GENOA 8
CESENA 8
ROMA 8
BARI 8
LECCE 8
CAGLIARI 7
BOLOGNA 7
UDINESE 7
PARMA 6
FIORENTINA 5

Lazio all'esame Bari. Dove può arrivare la squadra di Reja?

Di Paolo Pappagallo

Hernanes grande rivelazione di inizio stagione, Floccari e Mauri tra i convocati di Prandelli, Biava e Dias colonne quasi insormontabili al centro della difesa, Ledesma inappuntabile geometra di centrocampo, Reja magistrale direttore d'orchestra: la sorprendente Lazio, capolista convincente e solitaria di questo inizio di stagione, è chiamata a confermare tutti i segnali positivi mostrati finora nel delicato posticipo al San Nicola di Bari contro i galletti di Ventura, squadra coriacea e spesso capace sul proprio terreno di giocare brutti scherzi alle cosiddette grandi. I biancocelesti del presidente Lotito scenderanno dunque in campo già sapendo dei risultati di tutti gli altri match della settima giornata, in particolari delle dirette inseguitrici di Inter e Napoli (oltre a quello del Milan, vincitore nell'anticipo contro il Chievo). Una situazione dunque inedita per Rocchi e compagni, oltre che una sorta di esame di maturità per testare sino a che punto possono spingersi le ambizioni laziali. Pericolo di stress da vittoria a tutti i costi o semplice formalità? Questa Lazio può davvero rimanere ai vertici della Serie A nel corso di tutta la stagione o si tratta solo di euforia da inizio campionato destinata a scemare con i primi risultati negativi?

Risponde Luca Cipriano

All'inizio della stagione avevamo spezzato molte lance a favore di Reja, in particolare quella riguardante la capacità di sapere gestire un gruppo. E i risultati si vedono, perchè una Lazio tutto sommato fotocopia della scorsa stagione sta dimostrando carattere e unione all'interno di uno spogliatoio difficile.
Ma non sarà semplice mantenere questo passo: il livello tecnico della squadra è mediocre e, fatta eccezione per Hernanes, la Lazio non ha un vero campione. Molti giocatori, tra cui Zarate, sono ancora un punto interrogativo; altri, come Mauri, alternano frammenti di stagione nulli a fasi colorite. Non dimentichiamo poi il problema dei dissidenti, che potrebbe riesplodere da un momento all'altro.
Il presidente Lotito, una volta rilevata la Società, è stato protagonista di un grande lavoro di ristrutturazione: rifondare una squadra e rinnovarla ad ogni campionato implica un lavoro lungo e graduale.
Questa Lazio è da metà classifica, ma potrebbe benissimo candidarsi ad una competizione europea magari l'Europa League; non dimentichiamo le imprese di Delio Rossi, autore di grandi rimonte e di ottimi piazzamenti pur avendo a disposizione un organico di mediocre.