mercoledì 10 novembre 2010

Milan, c'è da stare Allegri: vittoria e primato! Ancora k.o. la Lazio, pari per Inter e Juve, Napoli terzo

Undicesimo turno di campionato, il secondo infrasettimanale della stagione, denso di sorprese in Serie A. Dopo 45' all'insegna di un equilibrio pressochè totale, con i soli gol di Pato a Milano a Simplicio a Roma, i secondi tempi hanno regalato emozioni da quasi tutti i campi, con risultati spesso pesanti e decisivi. Tanto decisivi da determinare il sorpasso in vetta: dopo la sconfitta tra mille polemiche nel derby romano, la Lazio crolla infatti anche a Cesena, trafitta a 5' dalla fine da un gran tiro dalla distanza di Parolo. Secondo gol in A per il centrocampista dei romagnoli e 3 punti pesantissimi per la squadra di Ficcadenti, che ritrova la vittoria dopo più di un mese e soprattutto si allontana dall'ultimo posto in classifica. Per gli uomini di Reja, privi di Hernanes e protagonisti di una prestazione sottotono, si tratta di un grosso campanello d'allarme: occorre verificare che il risultato negativo di domenica contro la Roma non lasci strascichi pesanti a lungo andare, soprattutto nella testa di una squadra cinica e compatta sino appunto a due partite fa. In ogni caso, se prima di questa sera erano i biancocelesti ad impersonare il ruolo della ''lepre'', il testimone è ora nelle mani del Milan di Allegri, nuova capolista con un punto di vantaggio proprio sulla Lazio. I rossoneri, pur soffrendo specie nel primo tempo la pressione del centrocampo del Palermo, la spuntano a San Siro contro i rosanero di Delio Rossi grazie a Pato, di testa su assist di Seedorf, Ibrahimovic, su rigore dopo un atterramento di Sirigu su Ambrosini, e Robinho, a porta vuota dopo un ottimo contropiede di Ibra. Inutile per i siciliani il momentaneo pareggio siglato da Bacinovic ad inizio ripresa, anche se Rossi e i suoi possono recriminare per un rigore sospetto non fischiato da Banti sullo 0-0 dopo un contatto tra Thiago Silva e Pinilla nell'area del Milan. Per i rossoneri, con Dinho fuori per scelta tecnica, serata macchiata da un paio di brutte notizie: Pato e Inzaghi, da valutare, sono infatti usciti anzitempo. C'è ottimismo, comunque, sul recupero del ''Papero'' già per domenica.

A quattro giorni dal Derby della Madonnina, i rossoneri sembrano decisamente più in palla dei cugini nerazzurri. Altra prestazione negativa e altro pareggio infatti per l'incerottata Inter, che dopo aver rischiato l'impossibile nel primo tempo (errori clamorosi di Jeda, Mesbah e Olivera davanti a Castellazzi) esce da Lecce con il secondo 1-1 consecutivo, con il gol di un discreto Milito a metà ripresa subito pareggiato dall'ex juventino Olivera. Un risultato figlio anche questa volta di diversi fattori poco confortanti per i tifosi nerazzurri; davanti Coutinho e Pandev fanno a gara a chi sbaglia di più, con il macedone in particolar modo in uno stato di forma davvero pietoso. Ma anche dietro Benitez, che sbaglia inserendo troppo tardi Milito e sostituendo il buon Biabiany anzichè il molle Coutinho, non può stare tranquillo, viste le clamorose topiche di Cordoba e Lucio al centro della difesa. L'impressione è che l'allenatore spagnolo, partita dopo partita, ci capisca sempre meno: un'Inter così fiacca non la si vedeva da prima del 2006, vedi scandalo Calciopoli. E domenica, come detto, ci sarà il derby: in caso di sconfitta il clima ad Appiano Gentile si farebbe davvero molto, molto pesante.

Con il risultato di Lecce, l'Inter scende addirittura al quarto posto. Al terzo sale infatti il Napoli di Mazzarri, trascinato a turno dal ''Matador'' Cavani e dal ''Pocho'' Lavezzi: dopo la doppietta domenicale dell'uruguagio contro il Parma è infatti un gol in pieno recupero, al 94', dell'argentino a regalare i 3 punti ai partenopei al Sant'Elia di Cagliari dopo una gara piuttosto grigia da entrambe le parti. Gli azzurri staccano così la Juventus, ora quinta ad un punto dall'Inter dopo il pareggio al Rigamonti di Brescia. Giusto l'1-1 tra le formazioni di Iachini e Delneri dopo una partita intensa e combattuta, con i padroni di casa capaci più volte nel primo tempo di mettere in difficoltà i bianconeri. Tra i quali spicca ancora una volta, per condizione e prolificità, Fabio Quagliarella: è sua la zampata al 26' della ripresa, su traversone dell'ex epurato Grosso, a portare in vantaggio la Juve, raggiunta però appena 2' dopo da un meraviglioso sinistro di Diamanti. Delneri può consolarsi se non altro per il rientro in campo dal 1' di Chiellini.

Alle spalle della Juve troviamo una Roma che sembra nuovamente in palla: seconda vittoria consecutiva per i giallorossi di Ranieri, nei bassifondi della classifica solo poche giornate fa e ora ad un soffio dalla zona Champions. Il 3-2 dell'Olimpico contro la Fiorentina porta la firma di Simplicio a metà primo tempo, dopo un'azione rocambolesca, di Borriello a inizio ripresa, dopo un ottimo spunto di Menez, e di Perrotta, dopo un clamoroso errore di Boruc in uscita. Inutili per i viola di Mihajilovic il destro al volo di Gilardino e la punizione di D'Agostino nel finale.
Nelle altre partite, vittorie di misura per Catania e Genoa rispettivamente contro Udinese e Bologna: al Massimino il ritorno al gol dell'argentino Maxi Lopez ferma i lanciatissimi bianconeri di Guidolin, ora agganciati in classifica proprio dai siciliani; a Marassi la prima del dopo Gasperini, con Ballardini in panchina, equivale al primo successo, firmato da Milanetto con un tiro dal limite, dopo tre sconfitte di fila. 0-0 infine a Verona tra Chievo e Bari: un punto che tutto sommato accontenta più i gialloblu che non gli uomini di Ventura, che se non altro spezzano la serie negativa di 5 sconfitte consecutive e si portano al penultimo posto, un punto sopra il Parma , impegnato domani sera tra le mura casalinghe del Tardini contro la Sampdoria.

11° GIORNATA:

Brescia - Juventus 1-1 (71' Quagliarella, 73' Diamanti)
Cagliari - Napoli 0-1 (94' Lavezzi)
Catania - Udinese 1-0 (61' Maxi Lopez)
Cesena - Lazio 1-0 (85' Parolo)
Chievo - Bari 0-0
Genoa - Bologna 1-0 (81' Milanetto)
Lecce - Inter 1-1 (76' Milito, 79' Olivera)
Milan - Palermo 3-1 (19' Pato, 63' Bacinovic, 77' Ibrahimovic rigore, 83' Robinho)
Roma - Fiorentina 3-2 (45' Simplicio, 51' Borriello, 69' Gilardino, 77' Perrotta, 89' D'Agostino)
Parma - Sampdoria domani ore 20.45

LA CLASSIFICA (IN ROSSO LE SQUADRE CON UNA GARA IN MENO)
Milan 23
Lazio 22
Napoli 21
Inter 20
Juventus 19
Roma 18
Sampdoria 15
Chievo 15
Genoa 15
Palermo 14
Catania 14
Udinese 14
Fiorentina 12
Bologna 12
Lecce 12
Cagliari 11
Brescia 11
Cesena 11
Bari 9
Parma 8

Gasperini, fuori uno. E adesso chi rischia?

I risultati deludenti delle prime dieci giornate, condizionate dalle ultime tre sconfitte consecutive, hanno indotto il presidente Preziosi a rimuovere Gianpiero Gasperini dalla panchina del Genoa. Si tratta della fine di un matrimonio durato quattro anni: un'avventura iniziata nella serie cadetta, condita da un tris di vittorie nei derby della lanterna e soprattutto dal raggiungimento di ottime posizioni in campionato che sono valse la partecipazione alle competizioni europee.
Messa da parte la vicenda Colomba, esonerato dal Bologna allo scoccare della prima di campionato (potremmo definirlo un sub-esonero), Gasperini è il primo vero allenatore esonerato dall'inizio della stagione.

Chi potrebbe seguirlo?

Fino al mese scorso, il primo candidato era Francesco Guidolin, dopo un avvio disastroso con la sua Udinese: la squadra è riuscita a riprendersi, ed ora il tecnico di Castelfranco può lavorare in assoluta serenità.

Il rischio maggiore, ora come ora, lo corre Pasquale Marino: il Parma non decolla, anzi sprofonda. La sconfitta di Napoli è stata un brutto colpo per l'ambiente gialloblu che stasera si trova costretto a vincere contro la Sampdoria.

Pericolo per Ficcadenti, tecnico del Cesena che affronterà la Lazio: le voci sul suo possibile esonero stanno circolando da circa una decina di giorni, anche perchè sulle tribune dello stadio Manuzzi è stato più volte avvistato Walter Novellino che rimane il primo candidato per la panchina bianconera.

Nonostante l'ultima posizione in classifica, il Bari sembra voler scommettere ancora su Ventura: la sfida salvezza contro il Chievo, potrebbe però compromettere seriamente la posizione dell'allenatore pugliese, chiamato a risollevare una squadra ricca di infortuni.

Il pareggio casalingo contro l'Inter ha salvato la panchina di Iachini: stasera il suo Brescia affronterà la Juventus e l'impresa non sarà semplice.

Cassano vs. Garrone: chi ha ragione?

Continua a tenere banco, a Genova e non solo, la querelle tra Fantantonio e il presidente della Sampdoria, dopo il furibondo litigio avvenuto un paio di settimane fa dopo l'allenamento a Bogliasco che ha, di fatto, sancito il divorzio tra il numero 10 blucerchiato e la società ligure. Nonostante i numerosi tentativi dei tifosi doriani, di esponenti del mondo del calcio e anche dei media (vedi Striscia La Notizia) di mediare tra il campione e il suo presidente, specie dopo le scuse del talento di Bari Vecchia, la società ha annunciato di voler proseguire con la sua istanza al collegio arbitrale per chiedere la rescissione immediata del contratto del giocatore e la sospensione progressiva degli emolumenti da lui percepiti. Una frattura quindi insanabile, nonostante la Samp fatichi in campionato, con un Pazzini fermo ad un solo gol nei primi dieci turni e con Pozzi e Marilungo che non sembrano in grado di non far rimpiangere il loro bizzoso compagno. Che fare dunque? Perdonare il Cassano talentuoso per il bene del campionato blucerchiato o assecondare il Garrone furioso dopo la gravissima mancanza di rispetto del giocatore, che dopo i precedenti burrascosi con Roma e Real Madrid era stato accolto come un figlio?

Perchè Cassano deve rimanere (di Alessandro Mascia)
Garrone, mitt’a cassan’. E’ notizia giornaliera, da ormai due settimane, che Antonio Cassano da Bari Vecchia e il suo Presidente, Garrone, hanno litigato in maniera violenta. Ma degli insulti, anche gravi, valgono un licenziamento? Io credo di no. Il potere deve smetterla di sfruttare e sfruttarsi così. Fantantonio è un ragazzo, non crescerà – non per niente Zampa ai tempi della Roma l’aveva ribattezzato “Peter Pan” – per tanto così va preso. Non è uno da piccole dosi, è uno di quelli che ti fa godere come un riccio, per usare un’espressione ranieriana, e incazzare di brutto. Lui è così, lo sappiamo, lo sanno tutti. Ecco perché va tenuto, coccolato e scusato. Garrone ha approfittato del suo potere per imporgli praticamente di presenziare a una serata mentre lui, in un moto di passaggio all’età adulta, voleva tornare a casa sua, da sua moglie, notoriamente in dolce attesa. E invece no: il suo capo l’ha costretto – quantomeno ci ha provato – a restare. Il resto è storia. Cassano si è scusato, ha chiesto di capire il suo momento particolare. Garrone non ci ha voluto sentire da quell’orecchio. Bene, per il suo orgoglio, probabilmente, perderà il talento più puro che gli sia mai passato per le mani.

Perchè Cassano va licenziato (di Luca Cipriano)
Cassano è un dipendente, e come tale va trattato. A volte ci dimentichiamo che quella del calciatore è a tutti gli effetti una professione. Garrone ha tutto il diritto di licenziarlo in seguito agli insulti ricevuti: in un qualsiasi ambiente lavorativo, un dipendente che apostrofa con termini gravi e volgari il proprio principale, difficilmente ritorna a sedersi al suo posto. Questo per quanto riguarda l'aspetto professionale.
Se poi volessimo tirare in ballo anche le questioni morali, c'è solo da sbizzarrirsi: Cassano è stato accolto a braccia aperte da una società che gli ha dato la possibilità di ritornare a giocare a calcio; di guadagnare dei soldi; di ottenere l'affetto di un pubblico straordinario e di vestire ancora una volta la maglia della Nazionale italiana. L'attaccante di Bari Vecchia dev'essere eternamente riconoscente alla Società blucerchiata e il suo atteggiamento nei confronti del massimo esponente del club ha spazzato via qualsiasi forma di rispetto. Infine dobbiamo tenere presente che il calcio è uno spettacolo, fatto da attori chiamati a dare il massimo verso il proprio pubblico. Ed un collezionista di cattivi esempi non è degno di tale scenario.

martedì 9 novembre 2010

E se Benitez non fosse un allenatore da Inter?

Ormai molti tifosi interisti lo pensano. Rafael “Rafa” Benitez non è l' allenatore adatto all'Inter. Il pareggio interno contro un modesto Brescia è infatti servito ad ingigantire i dubbi sulle notevoli difficoltà palesate dallo squadrone milanese in questi primi mesi di gestione da parte dell'iberico. La brutta partita contro le rondinelle (troppo brutta per essere stata disputata dalla squadra campione di tutto) è stata la sintesi di tutto quello che sta succedendo da mesi in casa interista. Numero vortiginoso di infortuni che nemmeno in una stagione intera capiterebbero, giocatori che rendono ben al di sotto delle aspettative, gioco di squadra a dir poco improvvisato, modulo tattico impreciso e non lineare. La domanda a questo punto sorge spontanea. Quanto c'è di Benitez nei diciannove punti in classifica? I maligni sosterrebbero che di suo c'è ben poco e se non ci fosse stato questo provvidenziale Eto'o la squadra sarebbe ben al di sotto del livello di galleggiamento.

Benitez non è Mourinho, lo si è capito. I due allenatori sono distanti anni luce in tutto e per tutto. Uno carismatico, nevrotico, glamour, l'altro flemmatico, calmo, oversize. Mourinho, lo si è visto mercoledì contro il Milan, è un vero profeta del culto “veni, vidi, vici”. Arriva in una squadra (e in un campionato nuovo) e nel giro di poco riesce a rivoltarla come un calzino dandole un gioco logico, una mentalità vincente e mille motivazioni. Se tutti i giocatori delle squadre del portoghese sembrano sempre pronti per la guerra vuol dire che l'allenatore è capace di suscitare emozioni vincenti. Questo sembra non accadere con Benitez. Lo spagnolo, che sta pagando ancora l'ambientamento in Italia, è troppo calmo e pacioso per essere l'allenatore dell'Inter. I neroazzuri sono storicamente una squadra che ha bisogno di un allenatore carismatico che riesca a tenere sempre sulla corda un ambiente bollente come quello di Appiano. Ripercorrendo la storia recente quindi si vedrà che i risultati migliori sono arrivati con guide del calibro di Trapattoni, Mancini e Mourinho. Tutti personaggi molto border line e in grado di saper infondere un nervosismo positivo alle proprie squadre. Benitez è un normal one, uno troppo buono per guidare l'Inter. La sua aria da professore, i suoi metodi da bravo pater familias sono infatti in chiara antitesi con il mondo neroazzurro. Ricordate le polemiche inutili da prima pagina di Mourinho? Erano fatte scientificamente per attirare l'attenzione su sè stesso allentandola dai giocatori. Con il panciuto spagnolo in questi mesi non si è visto nulla di ciò, la sua gestione al cloroformio ha appiattito i calciatori che sembrano giocare tanto per fare. Le motivazioni sono prossime allo zero e tutti giocano senza fame e cattivaria agonostica. Tanto per fare un esempio la prestazione contro il Tottenham è stata ridicola, mal preparata e tatticamente oscena. Un Bale qualsiasi è riuscito dove prima Cristiano Ronaldo e poi un certo Lionel Messi avevano fallito, infondere panico alla retroguardia. E' un caso che contro i due veri fenomeni ci fosse ancora Mourinho e invece contro il bravo gallese Benitez? E se il madrileno fosse ormai un allenatore superato e sopravvalutato? Come dimenticare i modesti risultati del Liverpool dove a fronte ad una miriade di sterline spese non sono mai arrivati risultati? E se Moratti questa volta avesse toppato? Questo infine il bilancio di Benitez al Liverpool. A parte la Champions 2007, zero titoli come direbbe qualcuno...

(fonte Wikipedia)

Nella stagione 2004-2005 si trasferisce al Liverpool, rilevando la panchina del club inglese dal suo predecessore Houllier. Terminerà la prima stagione con un quinto posto nella Premier League vincendo la Champions League, battendo in finale il Milan ai calci di rigore, dopo aver rimontato 3 gol ai rossoneri. Nella stagione successiva il tecnico spagnolo, vincerà la battendo i russi del CSKA Mosca con il punteggio di 3-1. Nella stagione 2006-2007i l Liverpool di Benitez ritroverà in finale di Champions League il Milan, ma questa volta sarà sconfitto con il risultato di 2-1.

Nel 2007-200 dopo una campagna acquisti che porterà calciatori tra cui Fernando Torres e Javier Mascherano, i reds raggiungeranno la quarta posizione in Premier League e la semifinale di Champions League dove però saranno sconfitti dal Chelsea con il punteggio di 1-1 e di 2-3.

Nelle ultime due stagioni alla guida del Liverpoolottiene rispettivamente il secondo e il settimo posto in Premier League, mentre in Champions League sarà eliminato rispettivamente nei quarti di finale (dal Chelsea) e nella fase a gironi (per mano di Fiorentina eLione). Sempre nell'ultima stagione, a causa del terzo posto raggiunto nella fase a gironi d iChampions League il Liverpool accederà all'Europa League dove sarà eliminato in semifinale dall'Atletico Madrid.

Scegliete il Best Goal e il Best Player della settimana!

Da questa settimana, Un Campionato da Leoni vi propone un sondaggio settimanale con il quale scegliere il gol più bello e il miglior giocatore dell'ultimo turno di Serie A (in caso, come questa settimana, di turni infrasettimanali, i due turni saranno aggregati come fossero uno solo). Grazie ai vostri voti, il gol e il giocatore che settimanalmente otterranno il maggior numero di preferenze entreranno a far parte, alla fine di ogni mese, del sondaggio con il quale scegliere il gol e il giocatore migliori di ciascun mese. A fine stagione potrete così, tra tutti i vincitori mensili, votare il gol dell'anno e il ''Pallone d'Oro'' della stagione 2010/2011 di Serie A.

Per votare è sufficiente commentare questo post indicando il gol e il giocatore prescelti. Partecipate numerosi, avete tempo fino a sabato.

Candidati al gol della settimana (per rivedere ciascuna rete cliccate sul nome del giocatore):
- Vincenzo Iaquinta (Juventus): l'attaccante bianconero, al rientro dall'ennesimo infortunio, con un bellissimo destro ad incrociare su cross di Salihamidzic, chiude i conti nel 3-1 contro il Cesena.
- Edinson Cavani (Napoli): il bomber uruguagio dei partenopei realizza il 2-0 contro il Parma dopo un ottimo uno-due con Lavezzi e con un gran tiro ad incrociare da posizione leggermente defilata.
- Mauricio Pinilla (Palermo): L'attaccante cileno dei rosanero, smarcato da un fantastico colpo di tacco di Pastore, realizza con un colpo da biliardo nell'angolino il gol decisivo contro il Genoa.
- Paulo Barreto (Bari): Il fantasista brasiliano della squadra di Ventura raccoglie, scattando sul filo del fuorigioco, un ottimo lancio di Donati e al volo di destro fulmina Abbiati, con un gol bello ma purtroppo inutile.
- Daniele Conti (Cagliari): Grande girata del capitano dei sardi, su assist di Cossu, appena dentro l'area con palla che si infila all'incrocio dei pali, per il momentaneo 1-0 degli ospiti a Udine.

Candidati al giocatore della settimana:
- Edinson Cavani (Napoli): doppietta decisiva anche contro il Parma e sono così 8 i gol in campionato dopo appena 10 giornate.
- Alessandro Del Piero (Juventus): a 36 anni, compiuti proprio oggi, il capitano juventino è ancora decisivo e il migliore in campo degli uomini di Delneri, con passaggi illuminanti e geniali colpi di tacco, oltre al gol su rigore, il 180° in A con la maglia della Juve.
- Zlatan Ibrahimovic (Milan): segna, fa sempre salire la squadra e offre assist a tutti, alcuni sfruttati (come quello di Pato) e altri malamente sprecati (vedi le palle d'oro offerte a Robinho)
- Marco Di Vaio (Bologna): il capitano dei rossoblu c'è sempre quando serve: gol di testa da attaccante di razza che sblocca a 6' dalla fine il match con il Lecce e, appena un minuto dopo, assist per il sigillo finale di Gimenez.
- Mauricio Pinilla (Palermo): autore del gol vincente nel match contro il Genoa, è una delle rivelazioni di questo inizio di campionato rosanero. 4 gol per l'ex punta del Grosseto, che sembra ormai aver scalato le gerarchie nelle scelte di Delio Rossi.

lunedì 8 novembre 2010

MILAN E JUVE, ASSALTO ALLA LAZIO. CONTI, CHE GOAL! GENOVA SI DIVIDE

Nella giornata del derby romano, tra le polemiche sui rigori non visti e quelli dati ad opera dell'arbitro Morganti, la Lazio, seppur sconfitta, mantiene il primato in classifica a due distanze da un Milan ritrovato ma ancora traballante in difesa. Intanto la Juventus, giornata dopo giornata, si scopre sempre più squadra: a farle compagnia c'è il Napoli di Cavani, anche ieri decisivo, che proietta gli azzurri in zona Champions e mette in serio pericolo la panchina di Marino a Parma. Belle vittorie per Fiorentina, Bologna e Palermo.

IL PERSONAGGIO: LEANDRO GRECO

La Roma avrà difficoltà societarie, certo, ma continua a sfornare giovani talenti: l'ultimo si chiama Leandro Greco, ieri protagonista in positivo nel derby. Classe 1986, ha maturato una gavetta tra Verona, Pisa e Piacenza. Ranieri lo ha mandato in campo al posto del deludente Menez, a sua volta schierato per sostituire Totti. Greco, che ha esordito pochi giorni fa in Champions siglando un goal al Basilea, si sta godendo il momento e sembra ormai pronto a rientrare nei piani della prima squadra.


IL GOAL: DANIELE CONTI

La sua stagione sembrava fortemente compromessa dopo il grave infortunio rimediato ad inizio campionato nella partita contro la Roma. Invece Daniele Conti è ritornato più forte di prima. Il goal più bello della giornata è il suo nella gara tra Udinese e Cagliari: Cossu lancia perpendicolare dalla destra e Conti con una splendida girata batte il portiere Handanovic.


LA CURIOSITA': GLI STRISCIONI "DIVISI" SU CASSANO E GARRONE

A Genova, sponda blucerchiata, non si fa altro che pensare al caso Cassano - Garrone e sugli spalti dello stadio Ferraris la tifoseria è sembrata divisa: sono apparsi alcuni strisiconi a favore del Presidente sampdoriano, altri per chiedere il perdono verso "Fantantonio". Un dibattito che, per ora, non sembra trovare soluzione. "Un Campionato Da Leoni" approfondirà l'argomento.

domenica 7 novembre 2010

Roma, bastano due rigori. Il Milan insegue, la Juve pure.

Di Luca Cipriano

L'atteso derby capitolino viene vinto dalla Roma che, con un rigore per tempo, blocca il possibile allungo della Lazio in classifica, lasciando la vetta inalterata perchè i biancocelesti rimangono a + 2 sul Milan oggi vittorioso a Bari.

LA GARA:

Primo tempo non entusiasmante, dove la Lazio cerca di effettuare un maggiore possesso palla soprattutto nei primi 15 minuti. La prima svolta della partita arriva con l'inserimento del brillante e giovane Greco al posto di Menez: il vice Totti non ha brillato, e così Ranieri ha preferito sostituirlo, con il nuovo talentino del calcio giallorosso. Giallorossi in vantaggio su rigore, giusto, decretato da Morganti per un fallo di mano di Lichsteiner: Borriello trasforma, nonostante l'intuizione di Muslera.

Nel secondo tempo è la Lazio a fare la partita: ottima nel palleggio, con una Roma schiacciata più volte nella propria area di rigore e costretta a colpire in contropiede come quando Simplicio centra clamorosamente la traversa. Biancocelesti in cerca del pareggio: prima la prodezza di Hernanes viene fermata dal puntale Julio Sergio. Poi il palo nega il goal a Foggia.
La Lazio recrimina per due rigori: è netta la trattenuta di Riise su Mauri così come il fallo di mano di Simplicio in area. Rigore non dato, rigore subìto: anche nella ripresa infatti, proprio nel miglior momento degli aquilotti, la Roma ne approfitta: Vucinic, ancora su rigore dopo un fallo di Dias (nell'azione c'erano però due giocatori della Lazio a terra), trasforma e chiude l'incontro.


Massimo risultato con il minimo sforzo per la squadra di Ranieri che porta a casa tre punti utilissimi per il morale e per superare la metà della classifica. La Lazio di Reja invece ripartirà dal bel gioco offerto, magari provando ad insistere di più nella precisione sotto porta.

LE ALTRE PARTITE:

Bari - Milan 2 -3

Soffre fino al 90°, ma alla fine strappa un successo importante: il Milan è la nuova anti-Lazio grazie ai goal di Ambrosini Flamini e Pato. Inutile il tentativo pugliese con Kutuzov e Barreto.

Juventus - Cesena 3 - 1

Chi risponde presente è la Juventus: dopo il vantaggio del Cesena con Jimenez, i bianconeri pareggiano e capovolgono la situazione con Del Piero, Quagliarella e Iaquinta. Il gruppo di Del Neri c'è. Per il Cesena, è crisi.

Napoli - Parma 2 -0

Il Napoli ritorna alla vittoria al San Paolo e viene trascinato dalla potenza di Cavani: l'attaccante uruguaiano segna una doppietta che porta i partenopei in piena Europa.

Sampdoria - Catania 0 - 0

Pareggio incolore a Marassi che ai fini della classifica può dare forse più morale agli etnei.

Udinese - Cagliari 1 - 1

Succede tutto nel primo tempo: apre le marcature il Cagliari con un bel goal di Conti. Sul finale di tempo risposta friulana targata Floro Flores.

Fiorentina - Chievo 1 - 0

Respira la Fiorentina di Mihajlovic, ma deve attendere ben 80' per potere vedere il sorriso dei tre punti: il goal di Cerci batte il Chievo e allontana i viola dalla zona calda.

Eto'o salva l'Inter, il Bologna piega il Lecce.

Un rigore abbastanza generoso tiene a galla l'Inter sul campo del Brescia: la squadra di Benitez ottiene il pareggio con il solito Eto'o dopo una gara mediocre che aveva visto in vantaggio le rondinelle grazie ad un bel diagonale di Caracciolo finito alle spalle di Julio Cesar nel primo tempo.

L'Inter pareggia ma perde elementi importanti: è previsto un lungo stop per Samuel e Maicon; meno grave l'infortunio di Sneijder, che riempie un'infermeria da tempo popolata.

Ieri pomeriggio rinascita del Bologna nella sfida casalinga contro il Lecce: al Dall'Ara, Malesani ha potuto gioire soltanto sul finale grazie ai soliti Di Vaio e Gimenez. Per i salentini, la classifica inizia a complicarsi così come la panchina di De Canio che a fine partita si è lamentato sulla direzione di gara di Orsato.

Tra qualche ora in campo Lazio e Roma nell'attesissimo derby della capitale. Sempre nel pomeriggio la Juventus ospiterà il Cesena, il Milan sarà di scena a Bari, il Napoli attende il Parma e l'Udinese il Cagliari.
Ora in campo Fiorentina e Chievo mentre questa sera la decima giornata terminerà con il posticipo tra Palermo e Genoa.