giovedì 17 giugno 2010

Harakiri Nigeria, Salpingidis e Torosidis riscrivono la storia greca

L'elogio della follia. Se il famosissimo saggio del 1511 scritto dal filosofo e umanista olandese Erasmo da Rotterdam potesse trovare la sua applicazione in una partita di calcio, Grecia-Nigeria probabilmente ne sarebbe l'esempio perfetto. Nel match del pomeriggio a Bloemfontein sono infatti due inspiegabili pazzie delle ''aquile africane'' a regalare alla Grecia i 3 punti in rimonta, che equivalgono alla prima storica vittoria e ai primi gol segnati dalla rappresentativa ellenica nella fase finale di un Mondiale. E dire che fino alla mezz'ora del primo tempo la partita sembrava incanalata su binari ben diversi, con la formazione di Lagerback in vantaggio e in assoluto controllo dell'incontro di fronte ad una Grecia troppo passiva per fare male. Poi all'improvviso succede che la follia si impadronisca di Kaita prima e del portiere Enyeama, praticamente insuperabile fino a metà ripresa, poi. E che pure la malasorte si accanisca su Haruna. Il risultato finale è così il 2-1 finale greco che riporta gli uomini di Rehhagel in corsa per la qualificazione, anche se l'ultima sarà contro l'Argentina; le speranze della Nigeria rimangono invece appese ad un filo, ma tutto sommato neanche troppo sottile. Tradotto: serve un 2-0 contro la Corea del Sud, difficile ma non impossibile, e la vittoria dell'Argentina proprio contro la Grecia.

Il ct Rehhagel alla vigilia decide di fare molta pre-tattica, prima annunciando la conferma della (brutta) squadra vista all'esordio e poi in realtà rimescolando uomini e modulo: nel 4-4-2 iniziale degli ellenici si vedono il genoano Papastathopoulos, Kyrgiakos e Salpingidis al posto di Seitaridis, Samaras e Charisteas. Una punta in meno dunque con Torosidis avanzato a centrocampo sulla fascia destra. Dall'altra parte anche Lagerback tradisce le indicazioni annunciate, proponendo un 4-4-2 in cui davanti non ci sono a sorpresa nè ObinnaMartins ma Odemwingie e Yakubu Aiyegbeni.

Il primo tempo parte su ritmi troppo lenti forse per la tensione nelle due squadre, che sanno che una sconfitta comprometterebbe quasi totalmente il cammino mondiale. Nel complesso comunque è la Nigeria a farsi notare di più, con i greci che osservano senza disturbare troppo. E al primo vero tiro in porta del match le aquile africane passano in vantaggio: Uche calcia forte una punizione a poca distanza dal vertice sinistro dell'area di rigore, una via di mezzo tra un tiro e un assist, e la palla si infila in rete dopo aver sorvolato una selva di teste senza che nessuno la tocchi, con il portiere Tzorvas ingannato da Odemwingie che si abbassa all'ultimo davanti a lui. E' il 16' e la Nigeria va sull'1-0. La formazione di Lagerback dà l'impressione dopo il gol di poter controllare ancora meglio il match davanti ad una Grecia che ci prova, specie con le sgroppate di Karagounis sulle fascia, ma mai arrivando ad impensierire la porta difesa da Enyeama. Poi, improvvisamente e del tutto inaspettatamente, ecco arrivare la prima follia destinata a cambiare la storia dell'incontro: è il 32' quando la palla finisce in fallo laterale dopo un leggero contatto tra Torosidis e Kaita e il centrocampista nigeriano, senza spiegazione, si avventa contro l'esterno greco colpendolo con un calcione proprio sotto gli occhi dell'arbitro, il colombiano Ruiz. Che ovviamente espelle il centrocampista delle aquile lasciando la Nigeria in 10. Dalla propria panchina, Rehhagel sembra quasi non credere ai suoi occhi per la superiorità numerica regalata dagli avversari e spedisce subito in campo un'altra punta, Samaras, al posto di Papastathopoulos. Inizia così l'assedio della formazione ellenica, che sfiora il pareggio prima con Salpingidis, sul quale è provvidenziale Enyeama, e poi con il neo entrato Samaras, che costringe Haruna al salvataggio sulla linea. Ma per il gol è ormai questione di secondi e i protagonisti sono proprio Salpingidis e Haruna; la gran botta da fuori area del numero 14 greco al 44' trova infatti la deviazione decisiva del centrocampista africano, che manda fuori causa il proprio portiere Enyeama. E' 1-1, proprio sul fischio finale del primo tempo.

La ripresa si apre ancora con la Grecia tutta in avanti, galvanizzata per il gol del pareggio, il primo gol greco nella fase finale di un mondiale, e alla ricerca del vantaggio. Ma la Nigeria ha dalla sua un portiere che sembra insuperabile: Enyeama è infatti provvidenziale su Gekas, che al 14' spreca calciando tutto solo addosso al numero uno delle aquile, e addirittura miracoloso nel togliere dall'angolino un perfetto colpo di testa di Samaras. Tra i due episodi però, per la precisione nell'azione seguente all'occasione di Gekas, la formazione di Lagerback avrebbe una chance colossale per riportarsi beffardamente in vantaggio: Yakubu, dopo essersi fatto tutto il campo palla al piede, entra in area e lascia esplodere un destro che Tzorvas respinge; sulla ribattuta la palla finisce sui piedi di Obasi che, incredibilmente, a porta vuota e da distanza ravvicinata calcia a lato. Un errore quello del numero 19 in maglia verde da stropicciarsi gli occhi. E per la legge del ''gol sbagliato, gol subito'' al 25' arriva invece il 2-1 greco, con Torosidis ben appostato nell'approfittare di un'incertezza, la prima ma la più pesante, di Enyeama su tiro centralissimo di Tziolis. E poco importa che il portiere nigeriano torni ad essere fenomenale su un altro tentativo dello stesso Tziolis in pieno recupero. Finisce 2-1, per l'incontenibile festa della prima volta greca al Mondiale.

GRECIA:
Tzorvas; Papastathopoulos (37' Samaras), Vyntra, Kyrgiakos, Papadopoulos; Tziolis, Karagounis (c), Katsouranis, Torosidis; Salpingidis, Gekas (79' Ninis). All: Rehhagel

NIGERIA: Enyeama; Odiah, Yobo (c), Shittu, Taiwo (55' Echiejile) (77' Afolabi); Kaita, Haruna, Etuhu, Uche; Odemwingie (46' Obasi), Yakubu.

Reti: 16' Uche (N), 44' Salpingidis (G), 71' Torosidis (G)

Ammoniti: Papastathopoulos, Tziolis, Samaras (G); Obasi (N)

Espulsi: 32' Kaita (N)

Arbitro: Ruiz (COL)

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