lunedì 27 settembre 2010

Liga: capolavoro Levante, il Real non passa (e Mourinho è sotto processo). Volano Valencia e Barça

Contrordine compagni: a Madrid, sponda Real, non si sorride più. O perlomeno non si sorride più come Mourinho nella conferenza stampa di sabato prima dell'anticipo serale del quinto turno sul campo della matricola Levante, principale candidata alla retrocessione immediata. Solo un paio di giorni fa avevamo parlato della nuova vita dello Special One nella capitale iberica: tante battute, sorrisi per tutti, giornalisti compresi, e sporadiche frecciatine ai rivali di sempre del Barça. Un quadretto quasi surreale per chi, come noi italiani, ha conosciuto il Mou versione ''prostituzione intellettuale'' e gesto delle manette. Eppure, dallo 0-0 esterno di sabato sera a Valencia sul terreno del Levante, seconda squadra della città, qualcosa è cambiato. Non solo in classifica, dove i Blaugrana di Guardiola hanno messo la freccia sorpassando i Blancos (anche se in vetta, solitario, troviamo il sorprendente Valencia di Emery), ma anche nell'umore di Mou e del suo presidente Florentino Perez.

Il Real nelle prime quattro giornate non aveva per nulla incantato ma sostanzialmente aveva fatto il suo dovere, inanellando 3 successi e 1 pareggio, alla pari con il Valencia. Poi la trasferta al ''Ciutat de Valencia'', terreno dei Granotes allenati da Luis Garcia, squadra terz'ultima in classifica e con la difesa più battuta del torneo: quella che, sulla carta, per i Galacticos doveva essere una pura formalità si è trasformata in una partita frustrante, con un pareggio finale che equivale ad una sconfitta. Il risultato è sì figlio di un capolavoro difensivo dei padroni di casa ma anche di un Real addormentato e sprecone: nel primo tempo Cristiano Ronaldo e Di Maria sciupano l'impossibile e quando arrivano vicini al gol è un super Reìna, numero 1 dei catalani, a dire di no. Nella ripresa si concretizza l'ottimo lavoro degli uomini di Garcia in fase difensiva: per più di mezz'ora il Real non tira in porta e solo quando finalmente Mourinho si decide a togliere lo spento Ozil per inserire Pedro Leon i Blancos tornano a farsi pericolosi dalle parti di Reìna. Il nuovo entrato mette in serie apprensione i centrali e il portiere avversario sfiorando ripetutamente il gol da ogni posizione; gol che non centra nemmeno Ronaldo, che 30 secondi dopo il 90' spedisce col sinistro fuori di poco. Ciliegina sulla torta, Higuain al 94' si addormenta in area a tu per tu con il portiere del Levante, che si salva. 0-0 e via ai processi in casa madridista.

Le prime avvisaglie le ha mandate Florentino Perez: così non va. E non solo per i risultati, anche se aver gettato via così il prezioso punticino di vantaggio sul Barcellona non può certamente far piacere al presidente dei ''galattici''. Il punto fondamentale è il gioco: la squadra finora non ha convinto neanche nei successi contro Osasuna ed Espanyol e si sa che in Spagna prima ancora dei risultati è l'estetica ad occupare un ruolo fondamentale (chiedete a Fabio Capello, cacciato da Madrid dopo aver vinto la Liga solo per non aver saputo esprimere un gioco spettacolare). Quindi, pur mantenendo la massima fiducia nel Mago di Setùbal, l'imperativo è tornare a vincere, subito e bene. Un'imposizione che ad uno stratega a lungo termine come Mou non può piacere, e che il nervosismo si stia insinuando nei pensieri dello Special è comprensibile e provato, specie dall'ultima conferenza stampa pre-Champions League di oggi: solita protezione della squadra (''Stanno facendo tutti il massimo e Ronaldo non è egoista") ma pochi sorrisi e soprattutto un attacco deciso al Barcellona e al suo girone di Champions League ("Noi giochiamo contro Ajax e Milan, 20 trofei europei in totale, il loro invece, con Copenhagen, Rubin Kazan e Panathinaikos sembra un girone di Europa League"). Oplà, il vecchio Mourinho ''ha llegado al fin a España". E pare che Perez non abbia preso bene neanche quest'uscita, perchè in contrasto con lo stile che il Real vorrebbe mantenere. Staremo a vedere.

Rimanendo sul fronte Liga, come detto, il Barcellona sorpassa i rivali storici vincendo sul difficile terreno del San Mamès di Bilbao contro l'Athletic. Pur senza Messi, Guardiola può consolarsi con il ''Guaje'' Villa che nella prima frazione ''collauda'' il palo sinistro del portiere basco Iraizoz e nel secondo si traveste da assist man nel gol di Keita. In mezzo, alla mezz'ora del primo tempo, l'espulsione di Amorebieta per i padroni di casa per un'entrata scomposta su Iniesta. A metà ripresa però gli equilibri in campo si ricompongono perchè proprio Villa si fa cacciare per un fallo di reazione su Gurpegui. Poco male, se non per la squalifica futura, perchè Xavi e Busquets firmano comunque il successo finale, rendendo inutile il gol della speranza di Gabilondo. Barça a -1 , insieme al Villareal (vincitore nel posticipo a Malaga, in gol anche Giuseppe Rossi) dal sorprendente Valencia, che rimane in testa, questa volta da solo, vincendo 2-0 sul campo dello Sporting Gijon. Le cessioni di Silva e Villa e i problemi economici del club sembrano non toccare l'entusiasmo della squadra allenata da Unai Emery, che veleggia con l'invidiabile ruolino di marcia di 4 vittorie ed un pareggio. Chi invece non naviga più è l'allenatore del Siviglia, Antonio Alvarez, esonerato dopo la sconfitta ad Alicante sul campo dell'Hercules: doppietta, udite udite, dell'ex juventino David Trezeguet. Sulla panchina degli andalusi in arrivo l'ex allenatore del Maiorca, Gregorio Manzano. In coda Deportivo La Coruña sempre più nel baratro: sconfitta interna contro l'Almeria e penultimo posto a 3 punti, con la casella "vittorie" mestamente ancora a quota zero.

LA CLASSIFICA DOPO CINQUE GIORNATE:
Valencia 13
Barcellona 12
Villareal 12
Real Madrid 11
Atletico Madrid 10
Espanyol 9
Siviglia 8
Hercules 7
Athletic Bilbao 7
Getafe 7
Maiorca 7
Malaga 6
Almeria 5
Osasuna 4
Racing Santander 4
Real Sociedad 4
Sporting Gijon 4
Levante 4
Deportivo La Coruña 3
Real Saragozza 2

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