lunedì 27 settembre 2010

Inter, una sconfitta allo scadere e tutto si capovolge!

Tutto come avevamo previsto nell'analisi della vigilia. Il super match della quinta giornata ha offerto degli spunti su cui è interessante soffermarsi. E' bastato il gol al 92' di Vucinic in uno dei campi più difficili d'Europa per far passare la Squadra tri-campione da armata invincibile a squadra in crisi e senza identità. Avevamo anticipato che in caso di sconfitta sarebbero subito emerse sulla stampa feroci critiche e rumorose voci di problemi di spogliatoio. A leggere i quotidiani di ieri e di oggi pare che l'Inter di Benitez sia una squadra allo sbando, subissata da problemi interni e lontana parente dalla corazzata delle stagioni scorse. Questo modo di vedere le cose ci sembra esagerato, una sconfitta contro una squadra forte come quella di Ranieri può capitare, è il bello del Calcio. Josè Mourinho sosteneva che l'Inter non ha lo stesso potere mediatico di altre società del Nord Italia. Si sbagliava? Avete letto le stesse pesanti critiche e commenti roventi dopo lo stentato avvio di Juventus e Milan? A noi non risulta. Roma-Inter, è vero, ha un po' deluso le attese. Chi si aspettava infatti una partita spettacolare e piena di gol è purtroppo rimasto a bocca asciutta. Le due squadre (soprattutto i neroazzurri) sono apparse molto provate dalla lunga serie di partite disputate negli ultimi venti giorni e non sono state in grado di esprimersi ai soliti livelli. La vittoria della Roma, legittimata dal bellissimo gol di Vucinic è fuori discussione ma, se la contesa fosse terminata a reti bianche, nessuno avrebbe avuto modo di recriminare. Il successo ha trascinato i capitolini fuori dalla crisi d'inizio stagione e ha ridato convinzione ad una squadra che ormai sembrava allo sbando. Tutto bene ciò che finisce bene? Nient'affatto! In casa giallorossa (stranamente è passato in secondo piano) si è palesata la sempre più evidente difficoltà di Ranieri di gestire un campione come Francesco Totti. Il feeling tra i due è ai minimi termini, la sceneggiata del pupone al momento del cambio con il montenegrino è solo la punta di un iceberg di un rapporto mai nato e costellato da incomprensioni, frecciatine e musi lunghi. Sarà in grado il decano di Testaccio di gestire un fumantino come il capitano? Al campionato l'ardua sentenza.

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