venerdì 24 settembre 2010

La nuova vita di Mourinho, tra sorrisi e battute. In Liga è lotta con Barça e Valencia

Vi ricordate lo Josè Mourinho versione ''prostitusione intelletuale'', ''szero tituli'' e gesto delle manette dei non troppo lontani tempi italiani? A Madrid, per il momento, non hanno ancora avuto modo di ammirarlo in versione showman, nè in partita nè tantomeno nelle conferenze stampa pre-gara che lo resero celebre anche in ambito extra-calcistico qui da noi. Sarà l'aria della capitale spagnola, sarà il primo posto nella Liga dopo quattro giornate (seppure in co-abitazione con il Valencia), sarà che la squadra pur non entusiasmando ha raccolto 4 vittorie e 1 pareggio nelle prime 5 uscite stagionali, Champions League compresa, eppure lo Special One non sembra più lui, zuccheroso dispensatore di sorrisi e battute come è apparso da quando siede sulla panchina dei ''blancos''. Pochissimi gli spunti di discussione per i giornalisti iberici, specie dopo il rassenerarsi dei rapporti tra il portoghese e Benzema. L'attaccante franco-algerino, strigliato da Mourinho durante un allenamento di fine agosto (''Fosse per te dovrei fare gli allenamenti a mezzogiorno, perchè alle 10 sei ancora a dormire e alle 11 non ti sei ancora svegliato") sembra aver ritrovato il feeling con il proprio tecnico ("Questa sarà la mia stagione, Mourinho è un grandissimo allenatore e parla tantissimo alla squadra") come dimostrano le dichiarazioni di Mou nella conferenza stampa di ieri ("Benzema merita più spazio e considerazione di quella che gli ho dato finora, avrà sicuramente le sue chances"). Insomma, niente remake del caso Balotelli vissuto nell'ultimo anno a Milano. Qualche accenno di polemica solo nei confronti del Barcellona, ma le sue dichiarazioni sull'ultima vittoria dei Blaugrana contro uno Sporting Gijon privo di otto titolari ("Certo è che se chi gioca contro il Barça lo fa usando la seconda squadra per noi le cose si complicano") suonano decisamente melodiose in confronto agli strali contro Ranieri, arbitri e quant'altro delle annate italiane.

Come detto, ad aiutare il buonumore del Mago di Setubal e di tutta Valdebebas (il centro sportivo del Real Madrid) per ora ci sta pensando la classifica. Da queste parti il Real in classifica sopra il Barcellona era da un pezzo che non si vedeva. Gli uomini di Guardiola, indietro di un punto e alla pari con il Villareal di Giuseppe Rossi, pagano dopo queste prime quattro giornate il sorprendente k.o. interno contro l'Hercules di Alicante, neopromossa nelle quale milita l'ex juventino David Trezeguet. Una vera rarità vedere il Barça perdere un match di Primiera Divisiòn, a maggior ragione nel fortino praticamente inespugnabile del Camp Nou. Va detto che Messi e compagni hanno firmato il pronto riscatto blaugrana sia in Champions, nel roboante 5-1 contro il Panathinaikos, sia in Liga, con le vittorie in casa contro la Real Sociedad e al Vicente Calderòn contro l'ostico Atletico Madrid di Aguero e Forlàn, vincitore nel confronto diretto un anno fa; l'impressione comunque è che qualcosa possa essersi inceppato, già dalla fine dell'anno scorso, nel perfetto meccanismo della macchina da guerra allestita da Guardiola. Starà anche al nuovo arrivato David Villa, decisivo per la Spagna Campione del Mondo, dimostrare una volta di più che l'unico vero errore dei catalani negli ultimi anni è stato l'acquisto di Ibrahimovic (poi sbolognato al Milan per una miseria) e la conseguente cessione di Eto'o. ''El Guaje'' ex Valencia ha infatti caratteristiche tecniche e realizzative molto più simili al centravanti camerunense e, statisticamente, ha una media gol da vero cecchino (108 gol in 164 presenze con la maglia del Valencia).

A proposito del Valencia: chi mai avrebbe pensato, specie dopo i gravissimi problemi finanziari del club e le conseguenti cessioni multimilionarie dei gioielli Villa e Silva, di trovarlo lassù in vetta insieme al Real? Eppure, dopo quattro giornate, i ''Colchos'' catalani hanno lo stesso ruolino di marcia stagionale della squadra di Mourinho: 4 vittorie e 1 pareggio (compresa la vittoria in Champions League contro il Bursaspor) e giocatori come Soldado, Juan Mata e Pablo Hernandez sinora determinatissimi nel non far rimpiangere i campioni ceduti. Una città, due diverse facce: il Levante, la seconda squadra di Valencia neopromossa quest'anno, più antica ma meno blasonata dei rivali, occupa il terz'ultimo posto con una vittoria e tre sconfitte e dovrà lottare contro tutti i pronostici che la danno come sicura retrocessa. Tra le altre squadre, l'Atletico Madrid dopo un buon inizio ha fallito la prova del nove facendosi superare in casa dal Barcellona e rimanendo a quota 7. Un punto più sopra c'è il Siviglia, mentre il Deportivo La Coruña, nobile decaduta già da qualche anno, sembra sempre più avviato a lottare verso traguardi come la salvezza piuttosto che l'Europa League. A chiudere la classifica, a pari merito, ci sono Almeria e Real Saragozza. Ma siamo solo all'inizio: questa Liga, non solo grazie a Mou e Pep, anche quest'anno ha tantissimo da dare.

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