martedì 23 novembre 2010

Champions League: Milan, è sempre Ibracadabra (e si rivede Dinho). Roma, brividi e rimonta con il Bayern

Dall'Olimpico di Roma all'Abbè-Deschamps di Auxerre, dal siluro spedito sotto l'incrocio da Ibra al rigore della provvidenza realizzato da Totti, alla fine è missione compiuta per le prime due italiane, in attesa dell'Inter in campo domani sera, impegnate nella quinta giornata della fase a gruppi di Champions League. Missione qualificazione centrata al 100% dal Milan di Allegri, che grazie ai 3 punti raccolti in Francia e alla contemporanea sconfitta casalinga dell'Ajax contro il Real Madrid è matematicamente qualificato con un turno d'anticipo agli ottavi di finale. L'ultimo turno casalingo contro gli olandesi diventa quindi totalmente ininfluente, visto l'inattaccabile primo posto dei Galacticos di Mourinho, avanti di cinque lunghezze. Obiettivo ottavi conquistato invece al 95% dalla Roma, dopo la grandissima rimonta nel finale contro il Bayern Monaco; la vittoria casalinga del Basilea contro il Cluj tiene ancora acceso il lumicino della speranza per gli svizzeri, che però saranno costretti a battere il Bayern all'Allianz Arena e a sperare che i rumeni, già eliminati da tutte le competizioni europee, battano a tutti i costi i giallorossi di Ranieri. Una prospettiva non impossibile, ma almeno piuttosto improbabile.

Che sia un turno domenicale di campionato o una giornata infrasettimanale di Champions, lo slogan è sempre lo stesso: meno male che Ibra c'è. A quanto pare lo svedese sembra aver sconfitto la sindrome da prestazione europea che lo aveva troppo spesso attanagliato in passato; ne sa qualcosa l'Auxerre, steso sia nel match di San Siro da una doppietta sia nel ritorno a domicilio sempre dal piedone del numero 11 rossonero. Che insieme al gol nel finale di Ronaldinho confeziona una vittoria meritatissima e ineccepibile per gli uomini di Allegri. Il tecnico toscano manda inizialmente la ''foca monaca'' ancora in panchina, confermando Robinho accanto a Ibrahimovic con Seedorf a supporto e il trio Gattuso-Ambrosini-Flamini in mezzo al campo. Dall'altra parte l'Auxerre di Jean Fernandez, formazione in difficoltà in campionato, è squadra tosta e veloce e viene schierata dal tecnico transalpino con il duo offensivo formato dal ''piccoletto'' Sammaritano (161 cm, già a segno nel pareggio contro l'Ajax) e Contourt, con l'interessante sloveno Birsa a svariare sulle fascie. Il primo tempo offerto dalle due squadre in campo non è esattamente emozionante, con i padroni di casa in pressing asfissiante sui portatori di palla avversari e con il Milan intento più a controllare i francesi che ad affondare. Eppure ai rossoneri bastano un paio di sussulti per far tremare il portiere avversario Sorin: in entrambi i casi è Ibra a confezionare gli assist, prima per Seedorf, che spedisce alto di un soffio, e poi per Gattuso, che spreca malamente un'occasionissima praticamente a porta vuota. Lo svedese è dunque, al solito, il più attivo nel cercare di farsi largo tra le strette maglie della difesa di casa, con un Robinho in moto perpetuo ma poco incisivo in fase di conclusione. Dopo il primo tempo, in archivio a reti bianche, la ripresa si apre con un Milan decisamente più intraprendente, grazie anche alla spinta di Zambrotta e Abate, in confronto ad un Auxerre che preme sì ma dà la sensazione di non sfondare. La timidezza avversaria regala con il passare dei minuti più sicurezza ai rossoneri, che al 19' passano: lancio di Seedorf per Robinho, con Dudka che nel tentativo di anticipare il brasiliano in scivolata regala palla a Ibra; il destro dello svedese è micidiale e imparabile per l'estremo difensore transalpino Sorin. Il vantaggio scuote, com'è ovvio che sia, la formazione di Fernandez, che nel tentativo, per la verità piuttosto confuso, di spingersi in avanti alla ricerca del pareggio regala ampi spazi ai contropiedi milanesti. Fernandez, dopo aver cambiato Hengbart con Chafni già prima del gol, getta nella mischia Quercia al posto di Sammaritano, mossa alla quale Allegri risponde inserendo il muscolare Boateng al posto del più offensivo Seedorf. I minuti scorrono e il tecnico rossonero decide di regalare almeno gli ultimi 5' di match a Ronaldinho, in campo al posto di uno sfiancato Ibra. Al brasiliano bastano poco meno di 6' per dimostrare di essere vivo più che mai: numero di Robinho sulla fascia destra, passaggio per Dinho e gran sinistro da fermo del numero 80 di Allegri a spolverare l'angolino di Sorin. Il resto è samba. Finisce 2-0 una serata con tante ottime notizie per il Diavolo e i suoi tifosi.

A Roma invece, dopo la grande paura si consuma il grande miracolo. Alla fine il risultato, vittoria e qualificazione quasi in ghiaccio, è quello auspicato da Ranieri alla vigilia, ma per almeno un tempo i giallorossi contro il Bayern Monaco respirano l'aria di una cocente beffa già vissuta troppe volte. E sì che la formazione di Van Gaal, già qualificata agli ottavi, si presenta a Roma in formazione decisamente rimaneggiata, con i vari Van Bommel, Olic, Robben, Klose e Butt, oltre allo squalificato Schweinsteiger, rimasti in Germania. Ranieri invece, come preannunciato, conferma un Menez in ottima forma alle spalle della coppia Borriello-Vucinic; a centrocampo conferma per Greco e ritorno per De Rossi, solo panchina per capitan Totti. Pronti, via e si ha quasi la sensazione che la squadra a dover fare risultato a tutti i costi siano gli ospiti bavaresi, già qualificati agli ottavi, e non i padroni di casa giallorossi. Troppo brutta la Roma del primo tempo e soprattutto troppo simile come atteggiamento alla disarmante prova offerta nel confronto d'andata all'Allianz Arena. Ranieri, alla vigilia, aveva parlato di una squadra totalmente cambiata nello spirito e nella forza rispetto a quella Roma, ma i suoi sembrano voler far di tutto per smentirlo; gia al 2' Julio Sergio rischia di combinare la frittata, con un rinvio errato non sfruttato, per fortuna dei giallorossi, da Mario Gomez. A soffrire è in particolar il centrocampo di Ranieri, con De Rossi fuori dalla manvora e Greco troppo spesso costretto al fallo, atteggiamento che induce Ranieri a meditare la sostituzione del suo giocatore già prima della mezz'ora (uscirà poi per Simplicio a fine primo tempo). In avanti Menez prova a predicare nel deserto, con Vucinic che spedisce in curva da buona posizione una delle rare occasioni di marca romanista. Sì, perchè dall'altra parte Julio Sergio è in costante apprensione su Ribery e Gomez; alla mezz'ora è Cassetti a salvare il proprio portiere da una conclusione dell'attaccante di origine argentina, ma è questione di un altro paio di minuti prima che il Bayern trovi il meritatissimo vantaggio: assist di Ribery a tagliare fuori tutta la difesa romanista e guizzo ancora di Gomez, questa volta in netto anticipo su Cassetti, a infilare Julio Sergio. L'1-0 degli uomini di Van Gaal è tutto tranne che casuale e l'indiscutibile dominio bavarese si concretizza ancor di più nel 2-0 colto da Gomez 6' dopo, con un imperioso colpo di testa su assist di Mueller. Nell'occasione colpevole è però il migliore, o meno peggio, dei giallorossi del primo tempo, ovvero Menez, che dà il via all'azione con un retropassaggio completamente sbagliato verso Julio Sergio. Il doppio svantaggio manda in bambola la Roma, che potrebbe addirittura capitolare se, poco prima dell'intervallo, l'arbitro spagnolo Mallenco punisse un fallo di Brighi su Ribery nell'area giallorossa. Ranieri capisce che i suoi rischiano il tracollo e scuote i suoi nella pausa: la sfuriata e il cambio Greco-Simplicio portano evidentemente i loro frutti perchè la Roma della ripresa è completamente tutt'altra cosa. E lo si evince anche dalla splendida azione di Menez al 4', con il francese che si beve Demichelis e serve Borriello in mezzo all'area: bravissimo il numero 22, in scivolata, a resistere alla doppia marcatura di Lahm e Van Buyten e ad infilare il gol che riapre il match. I giallorossi potrebbero pareggiare già 1' dopo se Simplicio sfruttasse decisamente molto meglio un altro ghiotto invito dell'ottimo Menez. La Roma comunque è trasformata, perlomeno in avanti, mentre dietro qualche sbilanciamento rischia di trasformarsi in un omaggio a Mueller. Ranieri si infuria e ha ragione, ma i suoi sono vivi, specie Menez e Simplicio: ancora dalla collaborazione tra il francese e il brasiliano nasce un'azione pericolosissima che costringe al miracolo il portiere bavarese Kraft al 16'. Passano i minuti e il tecnico testaccino decide di giocarsi il tutto per tutto: fuori Brighi, dentro Totti. Al 36' ecco finalmente la tanto attesa svolta: lampo di Vucinic, fino a quel momento parecchio in ombra, per Riise sulla sinistra e assist del norvegese al centro che De Rossi, il peggiore in campo fino ad allora, deve solo spingere dentro. 2-2 all'Olimpico, ma bastano altri 2' per completare l'opera: il giovane portiere ospite Kraft stende Borriello in area; rigore ineccepibile quello fischiato da Mallenco che capitan Totti, con qualche brivido, trasforma. E' il sipario sul match, anche perchè il Bayern non ha più nè forza nè troppa voglia di reagire. Finisce 3-2; a prescindere dal confronto di Monaco tra Bayern e Basilea e dall'impresa che dovranno tentare gli svizzeri, agli uomini di Ranieri sarà sufficiente cercare di uscire almeno con 1 punto da Cluj. Magari evitando un altro primo tempo di questo genere per non correre il rischio di affossarsi da soli.

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