domenica 21 novembre 2010

Inter, crisi senza fine (e Eto'o perde la testa). Lazio bloccata a Parma, Juve terza

E adesso? Chissà in questo momento cosa starà frullando nella testa del presidente Massimo Moratti a meno di un'ora dal confronto del Bentegodi tra il Chievo e la sua Inter. E' vero, il patron nerazzurro aveva ribadito la propria fiducia al tecnico Rafa Benitez anche in caso di sconfitta odierna, ma viene da pensare che, come minimo, la pazienza del numero 1 di Palazzo Durini sia arrivata davvero agli sgoccioli. Impossibile far finta che la crisi non ci sia e profonda, impossibile non pensare a come sanarla anche a costo di rimedi estremi ed immediati. La 13° giornata di Serie A regala infatti tra i ''titoli di testa'' una nuova e pesantissima debacle nerazzurra. Una sconfitta che va ben al di là del punteggio, 2-1 a favore dei gialloblù veneti, e che allontana sempre di più gli uomini di Benitez dalla vetta, con il Milan, vincitore nell'anticipo contro la Fiorentina, che si allontana a +3 sulla Lazio, bloccata a Parma, e a +9 sui cugini, ora addirittura al sesto posto.

La fotografia di un'Inter smarrita e fantasma di sè stessa in un piovoso pomeriggio di metà novembre la scatta il giocatore che non ti aspetti, quello che sin qui era sembrato tra i pochissimi in grado di prendere in mano la squadra e trascinarla fuori dall'abisso: Samuel Eto'o. Quando alla mezz'ora del primo tempo il camerunense ''risolve'' il duello personale con il centrale avversario Cesar (per la verità stuzzicato da un iniziale pugno alle spalle del difensore sloveno) con una testata stile ''Zidane a Berlino'' diventa evidente come i nervi in casa nerazzurra siano arrivati a livelli di logoramento totalmente sconosciuti alla squadra che negli ultimi anni ha fatto man bassa di successi in Italia e, l'anno scorso, in Europa. Un gesto gravissimo quello del numero 9 dell'Inter, non visto dall'arbitro Rocchi e dai suoi collaboratori, che sarà sicuramente sanzionato grazie alla prova televisiva e che costringerà Benitez (o il suo successore...) a fare i salti mortali nei prossimi turni, vista l'ecatombe di infortuni e in particolare la morìa di attaccanti, con Pandev a questo punto unica vera punta a disposizione. Insomma, un pomeriggio nero che più nero non si può per i nerazzurri, trafitti da un'incornata di Pellissier a metà primo tempo e da una deviazione vincente sottomisura di Moscardelli nel finale di secondo tempo. Quantomai inutile il gol del graziato Eto'o al 92', che perlomeno consegna alle statistiche un risultato che al Chievo va addirittura quasi stretto. Certo, la prodezza di Sorrentino su Stankovic poco prima di metà secondo tempo alla fine può essere considerata decisiva ai fini del risultato, ma il pareggio sarebbe stata una vera e propria ingiustizia per la coriacea squadra di Pioli, guidata in mezzo al campo dall'ottimo Constant. Il Chievo è ora così a -1 dall'Inter, agganciata dal Palermo e definitivamente staccata dalla Juventus.

Nella partita delle 12.30 gli uomini di Delneri espugnano con merito, grazie soprattutto ad un ottimo primo tempo, Marassi vincendo 2-0 contro il Genoa, alla prima sconfitta dell'era Ballardini dopo le due vittorie consecutive per 1-0. Mattatore del match il serbo Milos Krasic, miracolosamente già recuperato e schierato dal 1', autore del gol del definitivo 2-0 con una sgroppata delle sue, conclusa con un diagonale solo toccato da Eduardo, al 23'. In precedenza, i bianconeri avevano concretizzato l'ottimo inizio di gara con la rete di Marchisio al 17', complice una sfortunata e decisiva deviazione del portiere genoano Eduardo nella propria porta. Meglio il Genoa della ripresa, con i rossoblu che possono recriminare per due traverse, una di Criscito a fine tempo e una di Kharja nella ripresa. Meritato in ogni caso il successo degli uomini di Delneri, con la coppia di centrocampisti centrali Melo-Aquilani protagonisti di una prestazione a dir poco sontuosa. Juve terza dunque a quota 23, a 3 punti dalla Lazio di Reja, fermata sull'1-1 a Parma. Un risultato che, ovviamente, fa felicissimo il Milan dopo la vittoria di ieri sera firmata da una magia di Ibrahimovic. In terra emiliana i biancocelesti sprecano però troppo, dopo essere andati sotto per un bellissimo colpo di testa di Crespo al 23'. Hernanes, Mauri e Floccari falliscono più volte il bersaglio prima della rete del definitivo 1-1, realizzata proprio da Floccari in pieno recupero del primo tempo con la decisiva e involontaria complicità dell'esterno parmigiano Antonelli. Nella ripresa gli sforzi laziali non modificano il risultato, rendendo di fatto il risultato più utile alla formazione di Marino, che sale a quota 15 e stacca di 4 punti la zona retrocessione. Rimanendo invece nella parte alta, come detto, è il Palermo di Delio Rossi ad agganciare l'Inter grazie al successo sofferto al Manuzzi di Cesena contro una squadra sempre arcigna, malgrado la classifica deficitaria, come quella di Ficcadenti. Lo sloveno Ilicic, al quinto centro stagionale, e il ''Romario del Salento'' Miccoli, al primo gol stagionale dopo l'infortunio, vanificano il momentaneo pareggio di Bogdani, condannando i romagnoli ad un penultimo posto in classifica che non rispecchia il bel gioco offerto dalla matricola bianconera.

A metà classifica, soffre ma la spunta in extremis la Sampdoria di Di Carlo a Lecce. Per i blucerchiati sembra mettersi tutto facile già nel primo tempo: all' 8' Pazzini porta in vantaggio i suoi con un guizzo in area salentina e al 40' lo stesso ''Pazzo'' realizza su rigore dopo un fallo di Mesbah su Marilungo. 2-0 per gli ospiti, facilitati anche dall'ingenua espulsione di Chevanton al 38', autore di un'entrataccia per frustrazione dopo un presunto rigore non concesso ai suoi danni. Nella ripresa i liguri rinunciano ad attaccare, lasciando l'iniziativa agli uomini di De Canio, che spingono sino a trovare il gol dell' 1-2 con Di Michele al 27'. Un fuoco di paglia? Macchè, anzi, i giallorossi pugliesi al 37' trovano addirittura il 2-2 con un preciso colpo di testa del neo-entrato Diamoutene. Quando però la partita sembra essersi incanalata verso un inaspettato pareggio, ecco di nuovo la zampata del ''Pazzo'': 3-2 a 2' dal 90' e 3 punti per gli uomini di Di Carlo, a quota 19 con il Chievo.

In coda, tremano pericolosamente le panchine di Brescia e Bari. in Lombardia, il confronto tra gli uomini di Iachini e il Cagliari del ''nuovo'' Donadoni regala un match dominato per 60' dalle rondinelle, in vantaggio al 20' del primo tempo grazie ad un rigore guadagnato e trasformato dall'airone Caracciolo. Dopo mille occasioni sprecate, anche per merito del portiere dei sardi Agazzi, la partita si ribalta tra il 18' e il 21' della ripresa. Prima è Matri, servito da Cossu, a concludere alle spalle di Sereni un ottimo contropiede dei rossoblu, poi è Conti su punizione dalla grande distanza ad uccellare un Sereni tutt'altro che perfetto. 2-1 finale per gli ospiti, che salgono a quota 14 e Brescia bloccato al penultimo posto insieme al Cesena a quota 11.
Non va meglio, in casa del Catania, agli uomini di Ventura, che decimati dagli infortuni (fuori tra gli altri i fratelli Masiello, Donati, Castillo, Kutuzov e Barreto) riescono a resistere fino a 8' dal 90', quando un colpo di Terlizzi regala l'intera posta in palio alla squadra di Giampaolo (espulso Maxi Lopez per proteste). Nulla da fare dunque per i pugliesi, sempre ultimi a quota 9. Catania ai margini della zona Europa League a quota 17.

Stasera alle 20.45 il posticipo tra Napoli e Bologna, con gli uomini di Mazzarri che in caso di successo salirebbero a quota 24 e in solitaria al terzo posto.

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