mercoledì 24 novembre 2010

Champions League: Inter, una vittoria per il morale. Cambiasso porta Benitez agli ottavi

Il ''malato'' sta meglio: non può dire di essere guarito, forse addirittura neanche di essere già fuori pericolo, ma perlomeno dà segni di vita. Il paziente in questione, ovvero l'Inter (considerata nel suo complesso ancor prima che nei singoli, in primis Benitez) sfrutta la ''terapia Champions'', tornando al successo dopo le 5 lunghe partite di digiuno e conquistando matematicamente la qualificazione agli ottavi di finale della massima competizione europea. Certo l'avversario, il Twente, non era di sicuro quello che si poteva definire alla vigilia uno sparring partner qualitativamente all'altezza dei nerazzurri, ma per una squadra provata fisicamente e psicologicamente dall'ecatombe di infortuni e dal filotto negativo contro Lecce, Brescia, Chievo e Milan, contava solo portare a casa i 3 punti in qualunque modo. Il ''paffuto'' Rafa Benitez può così riprendere colore in viso e soprattutto riaccomodarsi su una panchina che ora scotta un po' di meno. Troppo presto, anche alla luce di quanto visto nel match, per dire se il successo di questa sera sarà l'inizio di una striscia di vittorie come auspicato dall'ex manager del Liverpool, ma certo il gol di Cambiasso (considerato uno dei più insofferenti alla gestione Benitez) rende meno tortuoso il percorso dei campioni d'Europa verso il Mondiale per Club, al via l'8 dicembre ad Abu Dhabi. Prima di allora i nerazzurri saranno attesi dagli scontri in campionato contro Parma in casa e, soprattutto, nel fondamentale scontro diretto in trasferta contro la Lazio. Ma a meno di nuovi e scovolgenti cataclismi, Benitez può già prenotare con tranquillità il biglietto per la capitale degli Emirati Arabi Uniti.

L'Inter messa in campo dall'inizio dal tecnico spagnolo, in un San Siro tristemente mezzo vuoto, è la squadra naturalmente obbligata dagli infortuni; basterebbe dire che in panchina, a parte il terzo portiere Orlandoni e il convalescente Thiago Motta, ci sono solo Under 20: Natalino, Crisetig, Biraghi, Nwankwo e Santon, tutti di età compresa tra i 17 e i 19 anni. I ''sopravvissuti'' della prima squadra sono tutti tra i titolari, con Materazzi al centro della difesa e Cordoba a destra e con Cambiasso, al rientro, in linea mediana accanto a Stankovic. In avanti, al solito, il bizzoso Eto'o è assistito dal trio Biabiany-Sneijder-Pandev. Dall'altra parte, invece, i campioni d'Olanda del Twente, allenati da Preud'Homme, sono in formazione tipo con l'austriaco Janko terminale offensivo davanti a Ruiz e Chadli, chiamati a sgobbare tra il centrocampo e l'attacco e assistiti al centro da De Jong, fratello del giocatore dell'Ajax e nazionale Orange.

L'inizio di partita lascia quasi il dubbio se sia l'Inter ad essere finalmente in buona serata o se invece sia l'atteggiamento troppo timoroso dell'avversario a far sembrare i nerazzurri finalmente in palla; fatto sta che nei primi 20' i nerazzurri potrebbero già essere comodamente in vantaggio se Sneijder non sprecasse in avvio, al 3', su un ottimo invito di Biabiany e se la punizione del fantasista olandese al 17' non incocciasse la traversa a Mihajlov battuto. ''Vuoi vedere che anche stavolta finisce male?'' sembra invece pensare la maggior parte del pubblico di San Siro quando il Twente comincia finalmente a mettere pericolosamente il naso nella metacampo nerazzurra da metà tempo in poi. Gli olandesi, venuti a Milano per cercare una clamorosa vittoria-sorpasso in ottica secondo posto, sfiorano due volte il vantaggio, prima con un insidiosissimo tiro di Janssen ben parato da Castellazzi e poi con un pallonetto di Ruiz sull'uscita del portiere nerazzurro, dopo una clamorosa disattenzione di Materazzi, che termina appena largo. La formazione di Preud'Homme acquista così convinzione, anche perchè dall'altra parte il miglior Biabiany visto sin qui in maglia nerazzurra è poco assistito soprattutto da Eto'o, troppo arretrato e ben controllato dalla retroguardia olandese. All'intervallo è 0-0, risultato sostanzialmente giusto.

La ripresa inizia, in pratica, cosiccome era iniziato il primo tempo: è l'Inter a premere di più tentando di mettere in difficoltà la difesa ospite, costretta spesso al fallo su Stankovic e Sneijder. E proprio da un intervento sul numero 10 nerazzurro nasce il vantaggio interista: la punizione del vice-campione del mondo colpisce la barriera, con la palla che carambola su un paio di difensori del Twente per poi finire tra i piedi di Cambiasso, appostato in ottima posizione: da lì il Cuchu non può sbagliare e il suo diagonale trafigge il portiere ospite Mihajlov. Il gol regala sicurezza agli uomini di Benitez che, inevitabilmente, si trovano davanti i larghi spazi concessi da un Twente alla ricerca del pari e quindi più sbilanciato. Tra il 15' e il 25' si contano almeno 4 nitidissime palle gol per il raddoppio nerazzurro, con un paio di errori assolutamente incredibili di Sneijder e Stankovic da due passi e con un altro paio di disperati salvataggi della retroguardia arancione. Poi, come nel primo tempo, dalla mezz'ora in poi il copione torna ad essere nelle mani degli olandesi, che rischiano di mettere in pratica la più classica delle leggi del calcio, ovvero ''gol sbagliato e gol subito''. E' Castellazzi, alla miglior partita con la maglia dell'Inter, a dire di no alla traiettoria beffarda di Ruiz direttamente da calcio d'angolo, ma al 31' solo la traversa salva l'Inter dal destro piazzatissimo del neo-entrato Landzaat. Il finale di gara, con l'assalto finale degli ospiti intervallato da una bellissima azione personale di capitan Zanetti, è questione di unghie e denti, ma al 94' finalmente Benitez può sfogare gioia e tensione. Rafa è salvo, l'Inter va avanti e ora nell'ultimo turno a Brema sarà confronto a distanza con il Tottenham per il primo posto del girone. Ma per ora, al convalescente paziente nerazzurro, va più che bene così.

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