mercoledì 24 novembre 2010

Champions League: Il Valencia gioca a tennis! Ok Barça, Manchester, Tottenham e Schalke. Il Benfica fa harakiri

Dal successo pomeridiano del Rubin Kazan contro il Copenhagen alla tennistica vittoria del Valencia contro il malcapitato Bursaspor, il quinto turno di Champions anche per i Gruppi A, B, C e D regala situazioni pressochè delineate in tutti i gruppi, ad eccezione di quello del Barcellona, dove proprio Rubin e Copenhagen si giocheranno tutto nell'ultima giornata, con i danesi avanti di un punto e favoriti dallo scontro casalingo contro il già eliminato Panathinaikos (ai russi toccherà invece la difficilissima trasferta sul campo di Messi e compagni, dove tra l'altro la squadra di Berdiyev vinse proprio un anno fa di questi tempi). Negli altri gironi, come detto, già tutto deciso o quasi, con Tottenham, Inter, Schalke 04, Lione, Manchester United, Valencia, oltre al Barcellona, già proiettate agli ottavi di finale in programma a febbraio.

GIRONE A
Tottenham-Werder Brema 3-0
Elementare Watson, anzi, Redknapp. A White Hart Lane la formazione londinese passeggia con facilità irrisoria sulle macerie di un Werder Brema già eliminato, in crisi profonda di risultati e decimato dagli infortuni. La squadra di Schaaf, che in dieci anni sulla panchina degli anseatici è probabilmente nel momento peggiore della sua gestione, priva di Naldo, Borowski, Arnautovic e Almeida non oppone la benchè minima resistenza agli avversari, che ritrovano Van Der Vaart alle spalle del duo d'attacco Crouch-Pavlyuchenko. In panchina si rivede anche Jermain Defoe, al rientro dall'infortunio. Pronti, via e dopo 6' gli Spurs sono già in vantaggio con una girata al volo di destro di Kaboul su assist di Lennon: secondo gol consecutivo per il difensore ex Portsmouth, quattro giorni dopo la rete decisiva nello storico 3-2 in rimonta nel derby in casa dell'Arsenal. La diversa condizione psicologica tra un Tottenham in stato di grazia e un Werder bisognoso di una grazia è ben presto reso evidente dalla facilità con cui Lennon sulla fascia destra e Bale a sinistra riescono puntualmente a sfondare; gli inviti degli esterni per le due punte Crouch e Pavlyuchenko sono quantomai golosi, ma l'attaccante inglese e quello russo ingaggiano una sfida alla pari a chi riesce a sbagliare di più. Nel finale di tempo ci deve pensare allora Modric a capitalizzare la superiorità dei padroni di casa: sponda di Crouch per il croato, che con una finta si libera di Prodl ed esplode un diagonale che lascia immobile Wiese tra i pali. Doppio vantaggio inglese a fine primo tempo e, contando occasioni e possesso palla, i tedeschi possono dirsi ancora ancora fortunati. Peccato che anche nel secondo tempo non ci sia traccia di reazione degli uomini di Schaaf, che anzi regalano il palco, nel bene e nel male, al solito Gareth Bale. Il gallese è sfortunato a centrare la traversa ad inizio ripresa su punizione, con Wiese immobile, ma è precipitoso poco doppo nel calciare addosso al portiere del Werder un rigore concesso per fallo su Crouch. Poco male, se non per le statistiche, visto l'andazzo dell'incontro; dopo la doppia occasione per l'esterno sinistro degli Spurs, anche il collega Lennon sulla fascia opposta decide nuovamente di farsi notare, con il secondo assist di giornata che Crouch al 34' stavolta non può proprio sbagliare. Finisce 3-0 per il Tottenham, primo a pari punti con l'Inter ma in testa negli scontri diretti; Werder fuori da tutto, con Schaaf sempre più a rischio.


Inter-Twente 1-0

Classifica: Tottenham 10, INTER 10, Twente 5, Werder Brema 2.



GIRONE B
Schalke 04-Lione 3-0
Spietato, concreto, letale: tre aggettivi per definire la prova dello Schalke 04 di Magath, impantanato nei bassifondi della classifica in Bundesliga ma in testa e convincente nel proprio girone di Champions. Tre come i gol nella serata dell'Aufschalke Arena di Gelsenkirchen, che condannano un Lione brutto e spento alla seconda sconfitta europea consecutiva dopo quella sul campo del Benfica. Buon per la formazione di Puel che i portoghesi si suicidino calcisticamente a Tel Aviv, regalando in ogni caso la qualificazione matematica agli ottavi proprio ai francesi. Lo Schalke fa suo il confronto già nei primi venti minuti del match; al 13' è protagonista Raul, reduce dalla tripletta di destro in campionato contro l'Hannover, che salta al limite dell'area Lovren, smarcando al tiro l'olandese Farfan: Lloris battuto e tedeschi in vantaggio. 7' dopo va a referto, per la seconda volta in stagione in Champions, l'ex milanista Huntelaar, liberato all'altezza del dischetto dell'area di rigore francese da un'iniziativa personale di Kluge. Anche in questo caso nulla da fare per l'estremo difensore transalpino e 2-0 Schalke. Il Lione prova a finalmente a reagire verso il finale di primo tempo, ma gli sforzi producono un'unica occasione per Lisandro Lopez, mal sfruttata dall'argentino davanti a Neuer. Nella ripresa il copione non cambia, con lo Schalke a gestire l'incontro e il Lione, con Bastos e Briand decisamente in ombra, a provarci senza troppa convinzione, forse anche distratto dalle buone notizie provenienti da Tel Aviv. Nel finale di partita c'è così tempo per il secondo gol personale di Huntelaar, grazie ad un bel movimento di Raul, che dunque rimanda il possibile aggancio a Inzaghi nella classifica dei migliori marcatori di tutti i tempi nelle coppe europee. Ma per il 33enne spagnolo, vista la qualificazione agli ottavi, le occasioni non mancheranno.

Hapoel Tel Aviv-Benfica 3-0
Tre mazzate, di quelle che fanno male. Anche e soprattutto perchè inaspettate. Finisce così, con una serata da incubo, il sogno ottavi di finale per il Benfica di Jorge Jesus, tanto sprecone in avanti quanto approssimativo in difesa, eliminato da un Hapoel Tel Aviv che non aveva praticamente più nulla da chiedere a questo girone. Almeno in ottica passaggio del turno, visto che la vittoria casalinga contro i portoghesi riaccende negli israeliani qualche flebile speranza in prospettiva Europa League. La formazione di Gutman riscatta in un sola sera il misero bottino di gol realizzati (uno solo) punendo per tre volte nel match la retroguardia avversaria. Dopo un inizio caratterizzato da un timido dominio ospite, gli israeliani vanno a segno alla prima vera occasione della partita, al 24', con Zahavi che sale in cielo sulla punizione di Abutbul fulminando il portiere dei lusitani Roberto. Ti aspetti la reazione degli uomini di Jorge Jesus, ma i portoghesi tengono palla senza riuscire a dare troppo fastidio allo specchio dei pali difesi da Enyeama. I padroni di casa controllano, attendono con pazienza e infine colpiscono per la seconda alla mezz'ora della ripresa, con il brasiliano Douglas Da Silva puntualissimo nello sfruttare un clamoroso buco della difesa ospite. Il Benfica in pratica esce anzitempo dal terreno di gioco, lasciando a Zahavi in pieno recupero la possibilità di realizzare la doppietta, questa volta con un destro su assist di Shivhon. E adesso, non solo i portoghesi devono dire addio agli ottavi di finale ma devono stare attenti per conquistare l'Europa League a non distrarsi nuovamente nel prossimo match in casa contro lo Schalke; contemporaneamente, in casa dell'altra qualificata Lione, l'Hapoel proverà a completare una mini rimonta che sembrava quasi impossibile sino allo scorso turno.

Classifica: Schalke 04 10, Lione 9, Benfica 6, Hapoel Tel Aviv 4.



GIRONE C
Glasgow Rangers-Manchester United 0-1
Nel giorno del suo ritorno in campo, dopo l'infortunio e il periodo travagliato dentro e fuori dal campo, Wayne Rooney torna a fare ciò che sa fare meglio, ovvero segnare, anche se in questo caso su rigore, gol decisivi. Basta infatti un penalty di Roo a 3' dal 90' per consegnare alla squadra di Sir Alex Ferguson una vittoria che, a meno di un roboante tonfo interno nell'ultimo turno all'Old Trafford contro il Valencia, vale non solo gli ottavi di finale ma anche il primo posto del girone. Abbandonano invece mestamente ogni speranza i Rangers di Walter Smith, presentatisi in campo con un 5-4-1 a dir poco abbottonato, sicuramente troppo rinunciatario per tentare il colpo contro i più blasonati avversari. Difatti parte del match vive degli arroccamenti difensivi degli scozzesi per arginare la manovra avversaria; i padroni di casa tutto sommato tengono bene, anche se, al primo sbandamento, Rooney di testa fa tremare la traversa della porta di Mc Gregor. Una volta compresa l'antifona, i Red Devils iniziano sornioni ad attendere qualche incertezza da parte degli avversari, nulli in avanti, anche se Miller in qualche modo riesce in un paio di occasioni a presentarsi davanti a Van Der Sar: nel primo caso la punta scozzese spedisce fuori bersaglio, nel secondo l'esperto numero 1 olandese è costretto a respingere l'insidiosa conclusione nell'avversaria. Meglio il Manchester della ripresa, complice un calo dei Rangers, che rischiano di subire il gol da Carrick, Berbatov e Rooney. Gol che effettivamente viene incassato nel finale, ma per colpa di uno sconsiderato intervento di Naismith su Fabio Da Silva nell'area di rigore scozzese. Dal dischetto Rooney spiazza Mc Gregor, dando sfogo a una gioia evidentemente tanto attesa (curiosa l'immagine di un invasore tifoso dello United che dopo il gol entra in campo per abbracciare il proprio idolo). Finisce 1-0 per la squadra di Ferguson, che segna poco ma subisce ancora meno, visto che i Red Devils sono l'unica formazione con lo ''0'' nella casella gol subiti; i Rangers possono, in parte, consolarsi con il matematico accesso all'Europa League.

Valencia-Bursaspor 6-1
Sino a pochissimi anni fa il calcio turco produceva buonissimi talenti come Emre, Hakan Sukur, Okan e Rustu, per citarni solo alcuni, e squadre del calibro di Galatasaray, Fenerbahce e Besiktas: intendiamoci, nulla di stratosferico, ma pur sempre nella media di un calcio di buonissimo livello. Per questo, risulta quasi incomprensibile vedere quest'anno in Champions League il calcio turco rappresentato dal Bursaspor. Che alla massima competizione europea non ci è arrivato di sicuro per caso, essendo campione uscente del proprio paese con ottime chance di rinconferma. Eppure la formazione di Saglam, nel proprio girone europeo, ha offerto finora uno spettacolo desolante, presa regolarmente a pallate dalle avversarie del girone. Non fa eccezione il Valencia di Unai Emery che, anzi, sul proprio terreno infligge agli ospiti un risultato tennistico più degno dell'erba di Wimbledon che non di quella del Mestalla. I Blanquinegros, dopo l'iniziale sfuriata non troppo convincente dei turchi, passano su rigore al 17': fallo di Erdogan su Aduriz e penalty trasformato da Juan Mata. 4 minuti ed è già 2-0: passaggio filtrante ancora di Mata per Soldado e destro imparabile alle spalle del portiere Ivankov per il quarto gol stagionale in Europa del prodotto delle giovanili del Real Madrid. Il Bursaspor, minuto dopo minuto, inizia a sgretolarsi come un castello di sabbietta e alla mezz'ora ancora Aduriz infila il portiere ospite Ivankov su servizio di Joaquin. Primo tempo in archivio? No, perchè al 37' Joaquin questa volta decide di fare tutto da solo, estrando dal cilindro una staffilata che il portiere del Bursaspor può solo accompagnare in realtà con lo sguardo. 4-0, e prospettiva di goleada spagnola che si fa molto probabile. I turchi, dal canto loro, non protestano neanche troppo su quello che sembrerebbe un netto intervento con la mano di Albelda nella propria area. E nella ripresa, al 10', capitolano per la quinta volta, con Soldado che centra la doppietta e il quinto gol europeo. Con la partita ormai senza storia c'è tempo però, al 24', per il primo storico gol del Bursaspor in Champions League: l'onore tocca a Batalla, con i compagni che lo festeggiano come fosse il gol del vantaggio. Peccato che si tratti invece dell'1-5. Che nel finale diventa 1-6 con la marcatura del neo-entrato Dominguez. Il Valencia ora può cercare il colpo grosso a Manchester per portarsi a casa la qualificazione addirittura da prima del gruppo.

Classifica: Manchester United 13, Valencia 10, Glasgow Rangers 5, Bursaspor 0.



GIRONE D
Panathinaikos-Barcellona 0-3
Tutto come previsto. Dopo il pareggio di Copenhagen, che aveva rimandato la fuga in vetta della squadra di Guardiola, il Barça supera senza problemi l'esame di greco contro la squadra del nuovo allenatore Jesualdo Ferreira, peraltro già fuori dai giochi fin dallo scorso turno. Poco più di un'escursione quella dei blaugrana ad Atene, che colpiscono alla prima vera occasione con Pedro Rodriguez: perfetto il pallone dentro di Dani Alves, con Pedrito pronto all'aggancio e ad una conclusione che non lascia scampo al portiere ellenico Tzorvas. I greci provano a rispondere con una fiammata sull'asse Luis Garcia-Cissé, con il francese che si ritrova a tu per tu con Victor Valdes: bravissimo il portiere spagnolo a salvare il punteggio con una bella respinta in uscita. L'occasione per i padroni di casa rimane però unica; dall'altra parte il solito Messi vuole timbrare il cartellino e ciò ovviamente provoca non pochi problemi a Tzorvas, ottimo in più di un'occasione sulle occasioni di Messi e Iniesta. Nella ripresa il Panathinaikos si spegne del tutto e il Barça ne approfitta per chiudere i conti con un gol da Playstation: azione tutta di prima sull'asse Messi-Dani Alves-Xavi-Iniesta-Adriano (ottimo sostituto di Maxwell) e ancora Messi a concludere di piattone da due passi. Tutto questo al 17'; altri 7' e Pedro sigla la sua doppietta dopo un'altra invenzione di Iniesta. Un Barça così può ora concentrarsi con fiducia sul superclasico di lunedì prossimo contro il Real di Mourinho. Per Jesualdo Ferreira e il suo Panathinaikos tanto lavoro da fare, ma fuori dalle competizioni europee.

Rubin Kazan-Copenhagen 1-0
Basta un rigore al Rubin Kazan, nel match casalingo contro il Copenhagen, per riaprire un discorso qualificazione che sembrava nettamente indirizzato verso i campioni di Danimarca, ottimi protagonisti sin qui nel girone. La trasformazione di capitan Noboa dagli 11 metri vale il meno -1 in classifica per gli ex campioni di Russia, che dovranno però centrare un impresa sì già ottenuta ma non facilmente ripetibile al Camp Nou contro un Barcellona comunque già tranquillo in tema qualificazione e primo posto. Nel gelo del Tartarstan la squadra di Kuban Berdiyev e quella di Bjarne Solbakken non brillano certo per intensità e spettacolarità, brave come sono a difendersi prima che ad attaccare. I danesi, e in particolar l'esperto Gronkjaer, commettono però una sciocchezza ad un soffio dalla fine del primo tempo, con l'ex esterno del Chelsea che interviene goffamente a braccio alto sul cross di Natcho. Dal dischetto, come detto, Noboa realizza. La ripresa offre molto poco, con l'ex genoano Bocchetti sugli scudi al centro della difesa dei padroni di casa. La reazione ospite è tutta in un paio di conclusione, con N'Doye che accarezza la traversa dei russi e Zohore che nel finale dà la sveglia al portiere russo Ryzhikov chiamandolo ad un intervento non facile. Finisce con il successo del Rubin, ma al Copenhagen basterà il successo casalingo contro il Panathinaikos.

Classifica: Barcellona 11, Copenhagen 7, Rubin Kazan 6, Panathinaikos 2.

IN ROSSO LE SQUADRE GIA' QUALIFICATE AGLI OTTAVI DI FINALE
IN ARANCIONE LE SQUADRE GIA' QUALIFICATE IN EUROPA LEAGUE

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