lunedì 10 gennaio 2011

GOODBYE RAFA - 6 mesi con "Mister flop


Dopo l'esonero di “mister flop” Benitez l'Inter sembra essersi risvegliata dai lunghi mesi di letargo di questo girone d'andata. L'avvento di Leonardo a prima vista parrebbe miracoloso e straordinario, sei punti in due partite sono un bottino strepitoso per un team che nella gestione Benitez faticava tremendamente contro qualunque avversaria, fosse questa il Brescia, il Werder Brema o la Lazio. Dopo il mondiale per club, vinto ad onor del vero contro squadre che nemmeno nella nostra Lega Pro otterrebbero risultati, il buon Rafa, credendosi un eroe, spara a zero contro tutto e tutti e, non contento di rovinare la festa ai tifosi neroazzurri, fa di tutto per farsi esonerare ben conscio che la sua avventura Italiana è stata fallimentare su tutta la linea. Ed ecco così arrivare alla storia di questi giorni, all'ingaggio di Leonardo e alla luna di miele in questo primo scorcio di nuovo anno. L'Inter per mano del brasiliano sembra essere ritornata quella di nove mesi fa, la squadra campione di tutto. La squadra di Mourinho. Ma come? Benitez non diceva che con questi giocatori spremuti non si poteva andare da nessuna parte? Tralasciando gli inutili trionfalismi che certa stampa cavalca per vendere più copie, ci pare un po' affrettato dare subito un giudizio sul pur bravo Leonardo.

LA ROTTURA DEL GIOCATTOLO
Ripercorrendo i mesi in cui Benitez ha allenato la squadra di Moratti, più volte tra le pagine di questo blog abbiamo affermato che lo spagnolo non poteva mai essere un allenatore da Inter e forse nemmeno da calcio Italiano. Ripercorrendo l'era fallimentare Benitez possiamo fotografare tre istantanee utili a capire dove il giocattolo si è rotto. Il primo vero momento in cui la crisi iniziò fu Roma-Inter, quella del gol allo scadere dei giallorossi e della sceneggiata di Chivu per intenderci. Alla vigilia per presentare l'incontro scrivemmo che per l'Inter “una sconfitta non sarebbe un fatto drammatico anche se potrebbe aprire le consuete critiche mediatiche storicamente assai difficili da digerire in uno spogliatoio caldo come quello interista”. A rileggere queste parole si può dire che la profezia si sia azzeccata. La seconda foto del brutto lavoro svolto di Benitez la prendiamo dopo Inter- Juventus del 3 Ottobre. Anche in quella gara i milanesi furono surclassati come mai successo negli ultimi tempi da un'ottima Juventus. Fu a partire da quella brutta partita che incominciarono a montare dubbi su dubbi sulle reali capacità tecniche di Mister Rafa. Il terzo e ultimo click negativo arriva dopo Inter- Brescia, scialbo pareggio casalingo contro una squadra assai modesta. In quella partita si manifestarono tutte le incongruenze del lavoro del tecnico iberico, un gioco di squadra pessimo, giocatori spaesati e svuotati, gioco d'attacco basato solo su Eto'o e la speranza di qualche sua invenzione.

L'INIZIO DELLA FINE
Anche dopo quella partita fummo molto critici con lo spagnolo e sostenemmo che quel “pareggio interno contro un modesto Brescia è infatti servito ad ingigantire i dubbi sulle notevoli difficoltà palesate dallo squadrone milanese in questi primi mesi di gestione da parte dell'iberico. La brutta partita contro le rondinelle (troppo brutta per essere stata disputata dalla squadra campione di tutto) è stata la sintesi di tutto quello che sta succedendo da mesi in casa interista.” Dopo quella partita ebbero inizio una lunga serie di infortuni assurdi e una striscia di risultati davvero negativi: Lecce- Inter 1-1, Inter- Milan 0-1, Chievo-Inter 2-1, Lazio- Inter 3-1 e l'euro-figuraccia di Werder- Inter 3-0. In un mese l'Inter fu capace di vincere solo 2 partite contro Twente e Parma per poi volare negli emirati e vincere il Campionato del Mondo. Alla luce di questa analisi l'esonero di “Benny Flop” ci pare la mossa più sensata che Moratti potesse fare anche se non possiamo non ricordare che in fase di mercato estivo l'Inter non comprò al nuovo allenatore nemmeno un giocatore. Ora con l'arrivo di Leonardo i giocatori non hanno più alibi e se veramente si ritengono ancora in grado di vincere devono dimostrarlo sul campo. Al campionato (e alla Champions) l'ardua sentenza.

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