venerdì 10 settembre 2010

Inter, una coperta troppo corta

di Alessandro Mascia

A tre mesi dallo storico “triplete” l’Inter riparte con lo stesso organico, ma con due nomi in meno. Quelli di Mou e di SuperMario. La seconda, in particolare, è una partenza di peso e non rimpiazzata. Con un paio di infortuni il rischio è quello di vedersi superati in classifica da altri team rinforzati, come Roma e Milan.

L’estate nerazzurra doveva essere quella del trionfo. Quella degli acquisti premio, quella di un mercato da favola. Mascherano, Kuyt, Forlan, Inler, Marchisio sono solo alcuni dei nomi accostati ai campioni d’Europa ma, alla fine, alla voce entrate non si è visto nulla di notevole. In quella delle partenze, invece, ci sono due nomi pesanti, come detto, pesantissimi. Il primo è quello del mago di Setubal, di José Mourinho. L’altro, mancherà meno, è quello di Mario Balotelli. E ora quella coperta che l’anno scorso è sembrata così lunga e calda è divenuta all’improvviso fredda e corta.
A rimboccarla, fino a maggio, c’era Mou. Un vincente, un motivatore, che sapeva come sistemarla sul letto di ogni singolo giocatore. Sapeva quanti centimetri lasciar loro sulla destra, sulla sinistra e sotto il mento. E tutto, dico tutto, ha funzionato alla perfezione.
E ora? La grande iniezione di motivazione e fiducia fatta per tutto l’anno scorso da Mou sarà ancora nel circolo dell’organismo nerazzurro, oppure l’eccessivo aplomb di Benitez ha riportato i nerazzurri in letargia?
E ancora. L’anno scorso la Beneamata ha avuto anche un sacco di fortuna. Non si discute la rosa, davvero fenomenale. Ma subendo ad esempio i 67 infortuni patiti dalla Juve, forse, il Treplete l’avrebbe fatto il Bayern. In questo senso si parla di fortuna: in una stagione gli infortuni si sono contati sulle dita di una mano, e, fortunatamente, sono sempre stati dilazionati nel tempo. C’è stata solo una settimana di passione, senza il centrocampo, ma Mou (che ha detto di non essere Harry Potter, io ho i miei dubbi) ha fatto il miracolo.
Ora, se per caso si dovessero infortunare, anche seriamente, due attaccanti, che so, Eto’o e Milito e altri due come, la butto, Cambiasso e Maicon? In panchina non c’è davvero nessuno in grado nemmeno di indossare i loro scarpini. La nota positiva potrà, forse, essere Philipphe Coutinho (che assonanza nostalgica...): il talento cristallino non si discute, ora dovrà dimostrare di essere davvero una valida alternativa a Sneijder e compagni di ruolo. Dita incrociate, è l’unica speranza.

LA STELLA Dopo un anno a 100 all'ora in cui tutto è andato per il verso giusto, Wesley Sneijder ha l'obbligo di fare il fuoriclasse anche quest'anno. Serve all'Inter, per riconfermarsi, serve a lui per raccogliere quel poco che gli manca per vincere il pallone d'oro.

COSA VA Per il momento tutto. Gli scivoloni estivi contano zero. La squadra è la stessa che non più tardi di 4 mesi fa ha alzato la Champions al cielo di Madrid, l’amalgama è, probabilmente, la stessa. Benitez ha dalla sua un pugno di giocatori che possono fare la differenza in qualsiasi momento.

COSA NON VA Dicevamo, la coperta troppo corta. Non ci sono rimpiazzi notevoli. L’undici titolare è fenomenale, altro che gap colmato dal Milan, non scherziamo. Ma in panchina le riserve lasciano a desiderare. Lo facevano anche l’anno scorso, sia chiaro, ma tra le motivazioni di Mou e la grazia dei pochissimi infortuni, non c’è stato grande bisogno dei vari Cordoba, Mariga eccetera. E in attacco, almeno, c’era Balotelli. Decisivo in diverse gare, quest’anno non ci sarà. Al suo posto Biabiany e Suazo. Può essere un problema.

POSSIBILE PIAZZAMENTO Il primo posto, sulla carta, è ancora suo. Certo, dovrà lottare molto, molto di più, ma né Roma né Milan hanno davvero colmato il gap.

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