giovedì 9 settembre 2010

Al Milan è tornata la fame, ma basteranno i Fab Four?

Di Paolo Pappagallo


Provate per un attimo ad immaginare di aver prenotato, per questioni prettamente economiche, le vostre vacanze estive sul ridente lido di Porto Marghera (con il massimo rispetto per il posto s'intende). Bene, ora provate ad immaginare che il vostro più caro amico, il giorno prima della partenza, vi regali invece due biglietti full-inclusive per un viaggio da sogno in Polinesia. Un po' meglio vero? Per quanto strana e assurda può suonare questa metafora, l'estate in casa Milan è nata e si è conclusa con questo strano squilibrio di forze in gioco. Quella che solo fino a metà agosto, agli occhi di tifosi e addetti ai lavori, sembrava una squadra vecchia e senza ambizioni, figlia di un presidente-padrone ormai poco incline a sganciare la pecunia e guidata da un allenatore ottimo con le ''piccole'' ma da testare con le grandi, si è improvvisamente o quasi trasformata nella squadra da battere, la favorita delle favorite. Merito di un presidente nuovamente generoso, e che le sue mosse siano o no figlie di una campagna elettorale imminente al tifoso medio può interessare fin lì, e di un amministratore delegato tanto criticato quanto abile nel suo mestiere. E' inutile nasconderlo, Ibrahimovic e Robinho sono due grandissimi giocatori e per quello che sono stati pagati sono a maggior ragione due super acquisti. L'Ibra visto a Barcellona, troppo brutto per essere vero, non deve ingannare: come hanno evidenziato grandi esperti di tattica, l'unica cosa che davvero non si spiega della vicenda è il perchè Guardiola abbia insistito un anno fa per averlo a caro prezzo, sacrificando Eto'o, pur sapendo che per caratteristiche tecniche lo svedese non sarebbe stato di sicuro un elemento adatto al gioco blaugrana, forse neppure alla Liga in genere. Per quanto riguarda invece il 26enne brasiliano quella del Milan potrebbe davvero essere l'ultima chiamata nel calcio che conta, dopo le delusioni con la maglia del Real Madrid e del Manchester City, ma il fantasista carioca dalla sua questa volta non ha la pressione schiacciante delle due precedenti piazze, nelle quali era chiamato a ricoprire il ruolo di leader assoluto in campo. Inoltre la vicinanza dei numerosi brasiliani della rosa rossonera, Pato e Ronaldinho in primis, non potrà che fargli bene e permettergli così di confermare le ottime cose fatte spesso vedere con la maglia della Seleçao. Sulla questione tattica, ovvero l'impiego dei ''Fantastici 4'' in contemporanea sul terreno di gioco, si potrebbe disquisire per ore; per il momento lasciamo la ''grana'' ad Allegri e vediamo cosa avrà intenzione di fare. Certo, non vanno dimenticati i problema sostanziali della rosa, che rimangono quelli dell'età media piuttosto alta e di una difesa che, Nesta e Thiago Silva a parte, non sembra poter garantire i risultati che presidente e tifosi si aspettano a questo punto. In attesa di conferme l'unica vera certezza è che nel Milan sono tornati fame ed entusiasmo a tutti i livelli. E questo è un aspetto che può fare la differenza, eccome.

LA STELLA: Bella domanda! In una squadra, e in particolare in un attacco, di stelle sceglierne una parrebbe fare un torto alle altre. Per l'attesa che lo circonda e l'entusiasmo che ha portato nell'ambiente per ora la scelta cade su Ibrahimovic.

COSA VA: Sono tornati entusiasmo e qualità. Quei quattro là davanti possono davvero portare il Milan a traguardi impensabili fino a pochi mesi fa. Senza contare che mister Allegri da sempre si distingue per la valorizzazione dei giovani e il vivaio rossonero ha mostrato in questo pre-campionato elementi davvero interessanti, senza dimenticare l'innesto di un giovane talento estero come Boateng.

COSA NON VA: L'obbligo alla vittoria su tutti i fronti potrebbe alla fine rivelarsi un boomerang, senza contare che permangono i problemi legati all'età e all'equilibrio tra i reparti. Allegri, poi, non avrà vita facile nel dover dosare l'impiego delle sue stelle e potrebbe soffrire la sua prima stagione su una panchina scottante (anche se, non va dimenticato, con Cellino al Cagliari non sono sempre state rose e fiori, anzi...)

POSSIBILE PIAZZAMENTO: Berlusconi e i tifosi vogliono tutto; più realisticamente il Milan può davvero insidiare l'Inter per la conquista del tricolore, mentre in Europa il gap con le altre super squadre del continente sembra ancora difficilmente colmabile. Eppure non sempre la squadra più attesa si è imposta nella competizione europea più prestigiosa, come dimostra un caso estremamente recente.

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