giovedì 14 ottobre 2010

Ma quale strage evitata. E Stankovic va punito. Italia – Serbia, vi dico la mia

Messo a ferro e fuoco Genova. Strage evitata. Abbiamo rischiato un altro Heysel. No ma dico, stiamo scherzando?
Un gruppo di 200 tifosi – nell’accezione più letterale del termine –sono riusciti a fare un po’ di confusione nella città della Lanterna, ma sinceramente, il disastro, io non l’ho visto. Sono d’accordo nel parlare di animali, di bestie, ma cerchiamo di focalizzare l’attenzione su un aspetto: questi ragazzoni di estrema destra male non l’hanno fatto ad alcuno
. Hanno distrutto mezzo stadio, ma in città potevano cercare lo scontro fisico con chiunque, e gli unici con cui se la sono presa sono stati proprio i giocatori serbi. Non venitemi a parlare degli scontri dell’1.30: quella era una normale continuazione dell’esplosione di rabbia dello stadio. Heysel? Ma per piacere, non tiriamo in ballo quella strage. E ancora, strage evitata? Caro ministro Maroni, se avesse alle sue dipendenze gente con più palle – per inciso magari capace a usare il manganello a Genova non solo contro gli studenti – forse non sarebbe successo proprio nulla.
Comunque sia, provo a spiegarvi il motivo per il quale, secondo serbi, italiani, addetti ai lavori e non, Ivan Bogdanovic e soci avrebbero tentato l’assalto a Stankovic e compagni.
Bisogna farne un discorso politico: in Serbia, al comando, c’è Tadic, come presidente della Repubblica e Cvetkovic a occupare la poltrona di Primo Ministro. Entrambi fanno parte del Partito Democratico, per cui assolutamente agli antipodi rispetto alla curva serba. C’è chi sostiene che questi mezzi rifiuti della società, cresciuti nel clima della sopraffazione siano assoldate (cosa che per altro succede dal 1992, con Milosevic) da gruppi politici della stessa bandiera per dare spallate al gruppo di maggioranza. Manovrati da ultranazionalisti, questi tifosi, che sarebbero sia dello Stella Rossa che del Partizan, mossi da giustificazioni ideologiche servono il loro potere.
Altri ancora, in netta minoranza, credono invece in un’altra tesi. Quella opposta. Cioè che Tadic, Cvetkovic e altre cariche dello stato stiano cercando di mettere fuori legge gli ultras ultranazionalisti: sapevano della guerriglia prevista, non avrebbero quindi avvertito il Viminale appunto per permettersi di epurarli.
A mio avviso, invece, si tratta di un gruppo di persone con un grandissimo (esagerato) senso della patria. Perdere 3-1 con l’Estonia è troppo per chiunque. Resto dell’idea che Stankovic sia stato comunque semplicemente ammattito a salutare i suoi con il simbolo dell’ultranazionalismo. Si dimostra quello che è: un ultranazionalista serbo, pronto ad appoggiare la sua curva che fa saltare una partita della nazionale. E alla fine le lacrime, di coccodrillo. Va punito, in quanto capitano. Ha incitato i suoi. Prima di dire qualsiasi cosa, guardate qua: è primavera, la Serbia ha vinto: Stankovic, ancora una volta, saluta così. Non era per dire, "perdiamo tre a zero".



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