martedì 12 ottobre 2010

INTER, COSA NON FUNZIONA DOPO DUE MESI DI GESTIONE BENITEZ

Dopo l'annata strepitosa della passata stagione, i tifosi neroazzurri si sarebbero aspettati un avvio di campionato decisamente diverso. E' vero, dopo cinque giornate la vetta della classifica dista appena due lunghezze dalla capolista Lazio, ma le difficoltà palesate dalla squadra in questi primi mesi di gestione Benitez non lasciano del tutto tranquilli. I motivi di questo avvio stentato sono ovviamente rimediabili con il passare del tempo, ma se dovessimo fotografare lo stato di salute attuale della formazione c'è poco da stare tranquilli. Vediamo punto per punto cosa non funziona.


1) CONDIZIONE FISICA PRECARIA. I giocatori non sembrano correre a mille come sotto la gestione Mourinho. Spesso la squadra sembra arrivare nel finale di partita con il fiatone e con poca lucidità (vedi sconfitta a Roma). Il cambio di preparazione tra Rui Faria e Paco De Miguel è stato radicale (sicuramente più del 20 % annunciato da Benitez in sede di presentazione), la filosofia dei due preparatori atletici ha cambiato il modo d'allenare le gambe dei giocatori che non sembrano ancora aver digerito il cambio di metodi dopo un biennio di allenamenti molto particolari. Gli svariati infortuni muscolari patiti da un gran numero di uomini è sicuramente un campanello d'allarme da non trascurare.


2) POST MONDIALE TRAMAUTICO. Dopo il mondiale i brasiliani e gli argentini in rosa sembrano aver smarrito la serenità. L'esperienza fallimentare delle due nazionali ha influito infatti negativamente sul morale dei giocatori che ancora faticano a metabolizzare le critiche e i contraccolpi subiti in terra Sudafricana. Milito per esempio sembra il gemello brocco del giocatore fenomenale della stagione passata, Maicon appare stanco e demotivato, quasi un ex giocatore. Julio Cesar è sempre più altalenante nelle prestazioni e non è più una sicurezza come in passato. Il solo fenomenale Eto'o non può certamente bastare.
3) CAMBIO FILOSOFIA TATTICA. L'era Benitez si è aperta con un radicale cambiamento a livello tattico. Dopo anni di successi ottenuti grazie al contropiede e rapide verticalizzazioni, ora lo spagnolo predica possesso palla e difesa altissima. Cambiare si sà, non è mai facile, soprattutto quando si hanno in rosa giocatori ormai maturi e abituati a giocare in un certo modo. Ciò che lo spagnolo predica forse potrà avere successo in Champions ma in Italia qualche difficoltà la si troverà quando si giocherà con squadre che badano solo a difendersi e ad arroccarsi dietro la linea del pallone. Un altro dubbio che dovrà essere risolto riguarda l'adattabilità degli uomini a disposizione ad interpretare un calcio così particolare. Ce la faranno i giocatori ad adattarsi senza problemi?
4) CALENDARIO NON FACILE Il calendario quest'anno ha disegnato per i neroazzurri un avvio di stagione abbastanza complicato. In successione si sono dovute affrontare squadre che l'anno scorso si sono piazzate nelle posizioni d'onore. Incontrare Palermo, Roma, Bari, Juve e Udinese non è mai facile, soprattutto se ciò accade AD inizio stagione dopo un Mondiale e se si gioca nel frattempo anche i gironi di Coppa Campioni. La precaria condizione atletica e la forza di queste squadre spiegano (in piccola parte) i motivi di un avvio poco entusiasmante.
5) SARA' BENITEZ IN GRADO DI ACCELERARE? Ormai è chiaro. Benitez non è uno che tiene tutti sulla corda in modo nevrotico come il suo predecessore. Ci si chiede se i suoi metodi da professore universitario siano quelli giusti per tenere sotto controllo un'armata brancaleone come quella neroazzurra storicamente sempre molto nervosa e poco incline ad essere tranquilla. Dopo appena cinque partite gli spifferi di nervosismo provenienti dallo spogliatoio non sono mancati. Mai avevamo visto con Mourinho giocatori così intraprendenti dal punto di vista disciplinare. I casi Milito (contro il Palermo) Chivu (Roma), Maicon e Muntari ( Juventus) fanno riflettere e sono sicuramente una spia rossa che indica che non tutto sta procendendo come lo spagnolo vorrebbe. Urge una lavata di capo e un veloce ritorno alla disciplina se si vorrà tornare ad essere quella squadra che tanto aveva impressionato negli anni precedenti.

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