venerdì 14 maggio 2010

Sudafrica 2010: Una festa per pochi?

Joseph Blatter, il gran capo della Fifa, è un rivoluzionario. Molto più di quanto non si creda facendo una sommaria analisi del suo operato al vertice del calcio mondiale. Rifiuta fermamente la moviola in campo e rigetta qualsiasi sperimentazione di doppio arbitro o simili, eppure proprio grazie al suo zampino la Coppa del Mondo sbarcherà per la prima volta nel continente africano. Una decisione storica e molto discussa sin dalla sua assegnazione. L'Africa, e nello specifico caso il Sudafrica, delle mille contraddizioni si presenta agli occhi del mondo alla ricerca di una svolta storica, ma la ''festa'' rischia di essere un privilegio solo per pochi ''invitati''. E quel che è peggio armati della terribile Vuvuzela.

Benvenuti nella patria degli Springboks. Sì, perchè il Sudafrica è soprattutto la patria del rugby, rappresentato nella sua massima espressione dalla nazionale campione del mondo in carica. Certo, va ricordato che da queste parti il calcio ha subito più di tutti gli altri sport gli effetti dell' apartheid, che è costato alla nazionale sudafricana prima la sospensione e poi l'esclusione dalle edizioni dei campionati del mondo comprese tra il 1962 e il 1991. Solo con la fine dell'apartheid i Bafana Bafana, soprannome con il quale viene chiamata la squadra dai propri tifosi, hanno potuto riaffacciarsi sui palcoscenici del grande calcio, pur senza brillare, eccezion fatta per la Coppa d'Africa vinta in casa nel 1996.

La candidatura del paese ad ospitare una manifestazione di primissimo piano come un Mondiale di calcio, presentata nel 2001 insieme a quella di altri 5 paesi africani (secondo la politica Fifa, poi abbandonata nel 2007, di assegnare l'evento a rotazione tra le varie confederazioni) e quindi vinta nel 2004, ha fin da subito provocato polemiche, dentro e fuori il paese. I dubbi principali riguardavano l'effettiva capacità del Sudafrica (o di qualunque altro stato africano) di organizzare una manifestazione di tale portata, specie alla luce dei problemi economici e razziali che affliggono lo stato dell'emisfero australe. Dubbi acuiti in seguito dalla lentezza nella costruzione o nel riammodernamento degli impianti nelle città ospitanti (Johannesburg, Cape Town, Durban, Pretoria, Port Elizabeth, Bloemfontein, Nelspruit, Polokwane, Rustenburg) che hanno portato il gran capo Blatter addirittura a dover pensare ad un eventuale piano d'emergenza, ovvero organizzare all'ultimo il Mondiale in Germania, come quattro anni fa.

Ma alla fine Sudafrica 2010 si farà. Perchè questo Mondiale s'ha da fare. Nonostante i dubbi restino e non siano stati sciolti neanche dalla Confederations Cup, ospitata dal paese un anno fa come prova generale del main event. E non sono solo le colorate e assordanti vuvuzele usate dai tifosi locali a preoccupare un po' tutti (compresi gli stessi supporter indigeni, visto che più di qualcuno ne propone il divieto durante l'evento), quanto la risposta del pubblico. Dalla gioia per l'assegnazione nel 2004 il clima si è molto raffreddato, sia per il costo estremamente elevato dei biglietti in rapporto alla disponiblità economica media della popolazione, sia, in particolare, per i 15 miliardi di Euro spesi dal governo sudafricano per gli stadi, i trasporti e la sicurezza delle nazionali che a molti non sono andati giù. Tanti investimenti, ma pochi posti di lavoro in più. Impianti imponenti a pochissimi kilometri da edifici fatiscenti. Ecco perchè il primo mondiale africano della storia rischia di essere ''Una festa di pochi'', e per pochi. Dall'estero infatti non sono mancate, e continuano a non mancare, la perplessità dei tifosi a caccia di un biglietto per seguire l'avventura mondiale della propria nazionale, a causa soprattutto dei problemi di sicurezza all'interno del paese, oltre ai costi, evidentemente non da gita fuori porta, praticati dai maggiori tour operator.

Un Mondiale insomma che parte sotto mille punti di domanda, ma comunque in un contesto di impianti sportivi, e soprattutto di qualità sportiva, che solo un mondiale può e sa offrire. La febbre sta salendo e tra poco più di 20 giorni , l'11 giugno, saranno Sudafrica e Messico a Durban a rompere il ghiaccio (battuta non scontata, visto che si giocherà in altitudine e in pieno inverno australe). Un Mondiale storico, un Mondiale tutto da vivere...un Mondiale da Leoni!

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