lunedì 14 febbraio 2011

Pace, interisti rosiconi. Riflessioni a caldo di uno juventino appagato.


di Alessandro Mascia

Qualcuno sa dirmi per che guerra si combatté nella battaglia di Maratona? O in quella di Poitiers? E Lepanto? Forse più facile Pearl Harbor.  Il succo non cambia. Si vinconon le guerre, ma a restare nella storia ci sono le battaglie.
Ecco perché vincere un derby d’Italia, sentitissimo come mai in questi tempi, è sempre una goduria immensa. E pace all’anima dei rosiconi che urlano “ormai avete come obiettivo solo battere noi” oppure “siete da settimo posto”.
Pace all’anima, rosiconi. Vincerete la guerra, può darsi, ma questa battaglia è nostra. E poi, se non succede? Sì, che vinciate lo scudetto… Quanto vi brucerà aver perso 4 punti contro l’odiata Juve? Tanto, tantissimo.
Quanto vi brucerà che Matri abbia segnato e Pazzini no? Quanto vi brucerà aver segnato 0 gol alla Vecchia Signora in due partite? Tanto, tantissimo.
Comunque il verdetto del campo è stato inequivocabile: 1-0, vittoria di misura, giusto così. Perché sì, la Juve ne poteva fare altri 3 (due colpi di Matri fuori di un soffio e un’incornata di Chiellini fuori di nulla), ma Buffon ha neutralizzato prima un tiro di Pazzini, poi un tentativo di favore di Sorensen, poi un’incursione di Eto’o, e infine, la traversa pazzesca di Eto’o, quella che ti fa godere più di un gol, ha sancito che per i nerazzurri, davvero, non era serata.
Non sono fuori dalla lotta scudetto, assolutamente no, anzi. C’è da recuperare la Fiorentina e manca ancora molto alla fine.
Probabilmente la guerra sarà loro. Ma la battaglia dell’Olimpico, la battaglia di San Valentino no. Quella l’ha vinta il generale Gigi Delneri da Aquileia.
Con buona pace di Moratti.

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